Rassegna Stampa

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Cagliaritana, 40 anni, invalida totale:"Per lei? Una casa parcheggio"

Fonte: web Castedduonline.it
19 agosto 2015

 


La beffa delle Politiche Sociali a Cagliari: una donna di 40 anni, invalida al cento per cento, con gravi forme tumorali, aspettava oggi una casa dal Comune. Ecco invece come è andata a Is Mirrionis


Autore: Redazione Casteddu Online il 18/08/2015 17:11

 

 


S’aggiuru e s’impiccau (l'aiuto dell'impiccato)...ovvero, come violentare la dignità umana di un disabile. Esordisce in questo modo la lettera-denuncia di Roberto Copparoni, (esponente dei Verdi, da anni impegnato nelle battaglie ambientaliste-sociali e di degrado), in cui si punta il dito contro le Istituzioni in città, che si occupano di salute ed assistenza sociale: «Oggi ho avuto modo di assistere una ragazza di 40 anni – dice Copparoni - che, nonostante sia invalida al 100% e nullatenente, ha dovuto attendere circa 10 anni per vedersi assegnata una casa dal Comune di Cagliari. Per lei sarebbe dovuto essere il "grande e agognato giorno". invece....quasi una “presa in giro istituzionalizzata”. Alla persona beneficiaria di questo intervento sociale del Comune di Cagliari – prosegue Copparoni - è stato chiesto di firmare un documento con cui lei accettava l'assegnazione di un immobile sito nell'area delle case parcheggio di Via Is Mirrionis 94.
Lei, a causa della sua patologia, gravissime forme tumorali al cervello e al sangue, dovrebbe vivere in un ambiente sereno e confortevole, aiutata da personale specializzato sia di tipo sanitario che sociale. Invece, è stata convocata questa mattina per la firma di un documento che non voleva firmare ma che, in caso di diniego e di rifiuto, le avrebbe causato per sempre ogni possibilità di ottenere un’altra casa. Immaginate – dice Roberto Copparoni - questa donna sola, ammalata, che si reca in questa palazzina dove decine di persone attendevano questa assegnazione e che viene chiamata a firmare l'assegnazione di un mini-appartamento, forse anche privo di luce e acqua, senza alcun mobile, con i citofoni strappati dai muri, con gli scarichi dei igienici luridi e mal funzionanti. Con lei gli incaricati del Comune per la sottoscrizione del documento di assegnazione: è stata invitata a portarsi un materasso e prendere possesso di questo immobile; immobile, fra l'altro, molto ambito da tante persone – sottolinea l’esponente dei verdi, Roberto Copparoni - pronte a sfondare la porta per entrarci, tant'’è che il Comune ha dovuto richiedere la presenza di un Guardia Giurata per evitare che lo stesso locale venisse occupato abusivamente».

LA TRISTE VICENDA. Gianna e Luciana (nomi di fantasia) sono due donne di circa 40 anni che vivono in una “palazzina lager” di Is Mirrionis. Il Comune di Cagliari ha dato loro una stanza in un appartamento, preso in affitto da un privato che non vuole problemi dagli inquilini. In effetti di problemi ce ne sono anche molti perchè l’appartamento presenta visibili situazioni di degrado, (si staccano pezzi di muratura, ci sono infiltrazioni di acqua dentro casa, il servizio idrico è insufficiente) ma è anche pericoloso perchè la palazzina è frequentata da sbandati e tossici, che fanno uso di droga e ogni giorno si bucano dentro il palazzo, lasciando gocce e strisciate di sangue lungo le pareti e le scale. Dario Argento non farebbe di meglio! Spesso queste persone cercano di sfondare la porta di ingresso della casa delle nostre sfortunate amiche ma, per fortuna, senza esservi ancora riusciti. Queste due ragazze hanno un problema. Sono entrambe invalide al 100% colpite da differenti ma letali malattie irreversibili. La normativa in questi casi prevede che le persone vengano accolte e curate attraverso dei piani personalizzati e che beneficino per il soggiorno di ambienti confortevoli e sicuri. Nulla di tutto questo è stato fatto per le nostre amiche che, non solo non beneficiano di questi aiuti ma, con la Legge 20, sono riuscite ad ottenere dai servizi sociali del comune solo questa precaria e pericolosissima sistemazione che, alla luce dei fatti, più che aiutare peggiora il loro quadro generale di salute.

LE LACRIME DELLA DONNA. Esprime amarezza Roberto Copparoni nel commentare l’intera situazione: «Ma questa persona non può stare in questa casa..che fine farà?..Questa donna ha detto in lacrime “Io non posso vivere in queste condizioni, perché sono gravemente malata e perché sono sola”. Andando via in lacrime, anche un ennesimo contraccolpo: «Possono tenere la guardia giurata solo due giorni – dice Copparoni - non ci sono soldi per pagare questo incarico un giorno di più. Ho avuto modo di incontrarla poco dopo proprio nella casa in cui ora è alloggiata, dove ha una stanza e dove mi ero recato con una giornalista per aiutare una altre donna che versa in una situazione di sostanziale abbandono, Ma questa è un altra storia....E' scoppiata in lacrime davanti a noi dicendo: "quella casa per me sarà la mia fine"... “nella migliore delle ipotesi sarò violentata come posso io da sola andare a vivere in quella palazzina delle case parcheggio”. Il nostro futuro e la qualità della nostra esistenza passa anche attraverso queste tristi vicende su cui dobbiamo fare tanto – conclude Copparoni - tutti e nessuno escluso, con le modalità e i tempi che ci sono più congeniali. Purtroppo l'immagine del nostro Stato sociale passa anche attraverso queste situazioni che poco o nulla vengono portate alla conoscenza e alla coscienza della pubblica opinione.Infatti, non è possibile assistere impassibili di fronte a queste gravissime violazioni dei più elementari diritti umani che prima ancora di essere riferiti alla salute vanno ascritti alla stessa dignità umana, di cui tanto ci si riempie la bocca. Può essere il nostro Stato quello che colpevolizza i deboli per il fatto di essere soli di non avere amici e parenti? Può essere Stato sociale quello che ti nega l'accompagnamento perché vuoi lottare per continuare a dare un senso alla tua esistenza?
Bene se questo deve essere il nostro Stato. Vi chiedo solo una cosa, aggiunge Roberto Copparoni, per favore fatemi scendere alla prossima fermata». Servizio curato dal giornalista/fotografo, Alessandro Congia www.castedduonline.it