Rassegna Stampa

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Emergenza migranti, Zedda: "Comune in prima linea ma serve un piano"

Fonte: web SardegnaOggi.it
17 agosto 2015

 

 

Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda interviene dopo le proteste dei migranti che da oltre un mese sono senza alloggio in piazza Matteotti. "Stiamo affrontando l'emergenza con ogni mezzo a disposizione".


 

 
"Come Comune, insieme alle altre istituzioni coinvolte, a iniziare dalla Prefettura che in rappresentanza del Governo gestisce la situazione a livello territoriale, stiamo affrontando l'emergenza di questi giorni con ogni mezzo a disposizione". Sono le dichiarazioni del sindaco di Cagliari Massimo Zedda dopo i giorni di protesta dei migranti che stazionano a Cagliari e dopo le critiche ricevute ieri.

Ecco cosa sta facendo il Comune. "Ogni sera l'unità di strada dell'assessorato alle Politiche Sociali con l'associazione che ha in carico il servizio distribuisce a chi ne ha bisogno in città sacchetti di viveri, acqua e il necessario per soddisfare bisogni primari. Lo si fa anche con i migranti che in queste ore stazionano tra il porto, la piazza Matteotti e i portici sotto il Municipio. Lo stesso vale per le attività al Centro comunale di solidarietà, dove la Caritas distribuisce oltre 1000 pasti al giorno tra colazione, pranzo e cena. C'è l'attività di supporto - scrive Zedda in una nota -, che si svolge in raccordo con gli operatori sanitari, e quella di ascolto. Ripetono quello che dicono da giorni: vogliono andare via dalla Sardegna, raggiungere la Penisola e da lì prendere un treno per raggiungere i paesi del Nord Europa dove prima di loro sono riusciti ad arrivare amici e parenti. Sanno che da quei paesi, se venissero fermati e trovati in possesso di un documento rilasciato in Italia, verrebbero rispediti indietro: quindi rifiutano la foto-segnalazione, senza la quale però non possono salire su un traghetto".

"Quello che si sta verificando - prosegue - è esattamente ciò che abbiamo sempre detto ai tavoli istituzionali convocati dalla Prefettura con tutte le istituzioni e gli enti coinvolti: cioè che senza un piano preciso al di là dell'emergenza non si sarebbero dovute portare in un'isola persone che per la maggior parte vedono nell'Italia un luogo di passaggio. Salvati nel Mediterraneo, sono stati portati nei centri presenti in diversi Comuni della Sardegna che hanno poi abbandonato per tornare verso Cagliari, vicino al porto, sperando di poter lasciare l'isola. Dopo aver manifestato la volontà di ripartire ora stanno iniziando a rifiutare il cibo. La loro è una protesta, non vogliono neppure un tetto sotto cui sistemarsi la notte: vogliono solo lasciare la Sardegna".

"Su questo - conclude - il Comune non può fare nulla: non è assolutamente nei poteri del Comune adottare un qualunque provvedimento che possa superare questa situazione. L'emergenza ora è assistere questi uomini e queste donne che iniziano a rifiutare ogni tipo di aiuto e lavorare a una soluzione che speriamo arrivi presto. Non abbiamo certo l'esigenza di rispondere a chi tenta di speculare su questa situazione".