Protesta dentro il porto
Un minorenne eritreo si è buttato in mare, all'interno del porto di via Roma, in segno di protesta. «Sono stanco, nervoso, depresso. Voglio lasciare Cagliari, la Sardegna e riprendere il mio viaggio verso il nord Europa per raggiungere i miei parenti», ha detto ai poliziotti subito dopo essere stato soccorso dal fratello e dagli agenti del Reparto mobile. Un intervento provvidenziale per evitare che il gesto potesse trasformarsi in tragedia.
Il diciassettenne, verso mezzogiorno, ha deciso richiamare ancora una volta l'attenzione sulla situazione dei 150 migranti che da giorni vivono in strada, bivaccando tra piazza Matteotti e via Roma, sotto i portici davanti al Municipio. Una protesta sempre più forte, con lo sciopero della fame iniziato mercoledì: anche ieri alcuni eritrei si sono sentiti male e sono dovuti ricorrere alle cure dei medici.
SITUAZIONE ESPLOSIVA Oramai il gruppo di eritrei si è trasferito sotto i portici di via Roma. Dormono sui cartoni e ogni tanto si spostano in cerca di qualche distrazione per trascorrere le ore. La zona è sempre presidiata dalle forze dell'ordine. La situazione è complicata. I migranti non si vogliono far fotosegnalare e vorrebbero partire per poter poi raggiungere l'Europa. «In Italia non vogliamo restare». Dal ministero degli Interni è arrivato l'ordine di non consentire più partenze con attestati d'identità provvisori. «Si devono far fotosegnalare. Noi dobbiamo far rispettare la legge», hanno ribadito da Questura e Prefettura. Un ostacolo insormontabile con i migranti costretti a vivere in condizioni disperate, via Roma e piazza Matteotti trasformate in un campo profughi e le forze dell'ordine costrette a massacranti turni di lavoro.
MASSIMO ZEDDA Dopo giorni di silenzio, sulla vicenda dei migranti è intervenuto anche il sindaco Massimo Zedda. «Come Comune», ha scritto il primo cittadino sul proprio profilo Facebook, «stiamo affrontando l'emergenza di questi giorni con ogni mezzo a disposizione. Ogni sera l'unità di strada dell'assessorato alle Politiche sociali distribuisce ai migranti sacchetti di viveri, acqua e il necessario per soddisfare i bisogni primari». Il sindaco attacca chi ha creato questa situazione di stallo: «Quello che si sta verificando è esattamente ciò che abbiamo sempre detto ai tavoli istituzionali convocati dalla Prefettura con tutte le istituzioni e gli enti coinvolti: al di là dell'emergenza, non si sarebbero dovute portare in un'isola persone che per la maggior parte vedono nell'Italia un luogo di passaggio. La loro è una protesta, non vogliono neppure un tetto sotto cui sistemarsi la notte: vogliono solo lasciare la Sardegna. Su questo il Comune non può fare nulla e non abbiamo certo l'esigenza di rispondere a chi tenta di speculare su questa situazione».
Matteo Vercelli