SANT'ELIA. Raccolti quattordici sacchi di immondizia. Nuovi cestini davanti al Lazzaretto
Quattordici sacchi di immondizia, colmi fino all'orlo. Dieci cestini appesi ai pali della luce. Un avere e dare, all'insegna del rispetto dell'ambiente, due sere fa a Sant'Elia. Dove i volontari dell'associazione “Sant'Elia viva” e della Fondazione “La Via della Felicità”, si sono rimboccati le maniche. Hanno indossato i guanti e prima ripulito a dovere la piccola spiaggia del porticciolo dei pescatori. Poi, rifornito la piazzetta antistante il Lazzaretto di cestini per la raccolta dell'immondizia. Colorati, decorati con fiori e farfalle e una scritta, che invita a dare il buon esempio, gettando lì quanto non serve più. Non sull'arenile.
«Non possiamo aspettare la gara d'appalto per vedere la piazza pulita», hanno sottolineato i volontari. «Abbiamo deciso di agire subito, in prima persona, per dare decoro a una zona bellissima ma troppo spesso dimenticata».
Durante la pulizia, le donne di “Sant'Elia viva” hanno raccolto rifiuti di ogni tipo. Dalle bottiglie di plastica a quelle di vetro, dalle macerie a vecchi ombrelloni, scatole di polistirolo e boccette di metadone. «Abbiamo riempito quattordici grossi sacchi, purtroppo non è bastato», hanno affermato, «sarà necessario un secondo intervento».
La parte operativa è andata di pari passo con la riflessione sulla lettura del libro "La Via della Felicità" di L. Ron Hubbard, distribuito ai passanti, per invitarli al buonsenso anche nella gestione dell'ambiente. L'iniziativa non ha potuto interessare lo spiazzo retrostante la passeggiata a mare. Cosparso, anche questo di rifiuti. Persino un parafango metallizzato. «È una zona troppo estesa e troppo sporca: servirebbe una ruspa, le nostre mani non bastano», l'osservazione dei volontari. «Noi facciamo quanto possibile, per le necessità più gravi è indispensabile l'intervento dell'amministrazione comunale».
Nell'attesa, il borgo Sant'Elia è costretto a tenersi il suo lungomare dimenticato. E la sua bellezza a metà.
Clara Mulas