Ansa News
Si è conclusa in tarda mattinata davanti al Municipio di Cagliari la protesta dei circa 200 profughi, in maggioranza eritrei, che da diversi giorni stazionano in piazza Matteotti e davanti ai cancelli dei traghetti chiedendo di poter lasciare l'isola.
Intorno alle 12.30 uomini, donne, alcune anche incinte, e molti bambini, hanno lasciato il presidio di via Roma per raggiungere la Caritas per pranzare. "Si sta trovando una soluzione - ha spiegato il direttore della Caritas, don Marco Lai - i migranti dovrebbero lasciare l'Isola a piccoli gruppi".
I profughi sono quasi tutti di nazionalità eritrea, molti di questi vengono da altre province della Sardegna e non hanno documenti sufficienti nè denaro per comprare i biglietti. Adesso torneranno nei vari centri di accoglienza dove si lavorerà per risolvere i problemi legati ai documenti, in seguito potranno lasciare la Sardegna. Già oggi potrebbero partire una cinquantina di profughi che hanno già tutti i requisiti e il biglietto, ferma restando la disponibilità di posti a bordo dei traghetti.
Il Questore Dispenza: "Anche per eritrei c'è obbligo identificazione"
"Gli eritrei sono stati accolti con grandissima e infinita umanità in Italia e loro hanno il dovere di farsi identificare e fotosegnalare, poi potranno partire". Lo ha detto all'ANSA il Questore di Cagliari Filippo Dispenza, commentando la protesta dei profughi che oggi si è spostata davanti al Municipio per chiedere di poter lasciare l'isola.
"Devono fare la loro parte - ha spiegato il Questore - anche perché nelle prossime settimane potrebbero usufruire degli accordi presi a livello europeo sulla ricollocazione di 32mila migranti in altre nazioni". Proprio su questo fronte il capo della polizia cagliaritana lancia un appello. "Mi rivolgo alle organizzazioni umanitarie, alla Caritas, ai mediatori culturali che si stanno prendendo cura dei migranti perchè spieghino loro che hanno questa opportunità", ha chiarito Dispenza. Senza documenti e senza identificazioni, infatti, i profughi non possono partire, ed è questo uno dei problemi che ha portato al blocco di questi giorni. Molti, infatti, arrivano da altre province e al momento dello sbarco in Sardegna hanno rifiutato di farsi identificare.
"Tutti gli enti stanno facendo il possibile - ha sottolineato ancora il Questore - la situazione è assolutamente tranquilla, le forze dell'ordine stanno svolgendo in maniera eccellente il loro dovere sul fronte dell'ordine e la sicurezza pubblica".