Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Migranti, niente imbarchi: in piazza sono più di 200

Fonte: L'Unione Sarda
11 agosto 2015

Traghetti pieni e intoppi con la documentazione: «Vogliamo partire»


A Cagliari l'emergenza migranti si sta trasformando in una bomba a orologeria. Ieri nessun eritreo è salito sulla nave per Civitavecchia: traghetti pieni e intoppi nel rilascio della documentazione per il riconoscimento dei profughi, necessaria per acquistare i biglietti. Non solo: davanti all'ingresso del porto per gli imbarchi il gruppo di stranieri sta crescendo. Sono oramai più di duecento i migranti (la metà sono donne e ci sono diversi bambini, alcuni molto piccoli) in attesa di lasciare la Sardegna. A controllare che la situazione non degeneri ci sono, come sempre, le forze dell'ordine, sotto il coordinamento della questura di Cagliari.
SITUAZIONE ESPLOSIVA Hanno raggiunto Cagliari a piedi, in treno o in pullman dopo aver abbandonato i centri di accoglienza delle altre province (Sassari, Nuoro e Oristano) dove erano stati accompagnati il primo di agosto, giorno dell'arrivo della nave della Marina militare tedesca che li aveva soccorsi al largo della coste libiche. Sono quasi tutti eritrei. Nel gruppo che sta vivendo in piazza Matteotti ci sono anche diversi cittadini del Sudan. «Vogliamo lasciare l'Isola e l'Italia. Dobbiamo andare dai nostri parenti nel nord Europa». Ripetono queste poche frasi dal primo giorno in cui sono arrivati in Sardegna.
NO ALLE IMPRONTE DIGITALI «Non ci vogliamo far fotosegnalare e non vogliamo lasciare le nostre impronte digitali». Il motivo? I migranti provenienti dall'Eritrea e dal Sudan sanno che se dovessero completare l'iter ufficiale dell'identificazione sarebbero legati all'Italia: se dovessero essere fermati per un controllo in altri paesi europei sarebbero rimandati nel luogo dell'identificazione, dunque in Italia. Circa centoventi eritrei sono riusciti, a lasciare l'Isola, mercoledì e venerdì scorsi. Poi lo stop. Un po' perché le navi in partenza da Cagliari non avevano posto. Un po' per le difficoltà nel rilasciare un numero elevato di “riconoscimenti” provvisori, firmati dalla Questura per poter permettere ai migranti di acquistare il biglietto.
PIAZZA DELLA DISPERAZIONE Così, tra l'indifferenza delle istituzioni e della politica, prosegue l'accampamento in piazza Matteotti, trasformata in un campo profughi senza alcuna assistenza, se non quella delle associazioni di volontariato e delle forze di polizia, divise tra servizi di ordine pubblico e gesti di solidarietà davanti agli sguardi di stanchezza e disperazione dei bambini.
Matteo Vercelli