Sono 17 le ipotesi di abuso d'ufficio che il pm Giangiacomo Pilia ha posto alla base della richiesta di interdizione di Massimo Zedda dalla carica di presidente della Fondazione Teatro Lirico. Le principali: il sindaco a suo dire aveva «osteggiato» sin dal novembre 2013 «i lavori del cda e del sovrintendente Mauro Meli» per «precostituirsi una difesa» nel procedimento riguardante la nomina di Marcella Crivellenti; ritardato la convocazione del cda che doveva nominare il sovrintendente così da «chiedere il commissariamento»; sollecitato «senza delega del cda», ma su «carta intestata» della Fondazione, il «commissariamento» su «presupposti giuridici insussistenti»; incaricato due legali, «in nome della Fondazione e all'insaputa del cda», di difendere il Lirico nelle cause contro la nomina di Crivellenti; boicottato la costituzione di parte civile del Lirico nel suo processo; cercato di «screditare» l'attività di Meli rifiutando di sottoscrivere il contratto tra questi e la Fondazione, cercando di imporgli un contratto da dirigente pubblico e non di azienda e diffondendo comunicati stampa con «quell'unico scopo»; impedito di pagare gli stipendi dei dipendenti del Lirico e, per tre mesi, l'approvazione del bilancio previsionale e della programmazione artistica; approvato il bilancio di previsione inserendo «dati in parte fittizi»; dato incarico di revisionare il bilancio 2014 a una consulente che già lo aveva assistito nella prima indagine; chiesto alla Fondazione Banco di Sardegna 130 mila euro per il progetto Cagliari capitale europea della cultura destinati invece al Lirico. (an. m.)