Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Campus e interessi immobiliari

Fonte: La Nuova Sardegna
10 marzo 2009

MARTEDÌ, 10 MARZO 2009

Pagina 2 - Cagliari



Il sindacato Sicet denuncia i veri motivi che hanno bloccato la realizzazione della struttura universitaria di viale La Plaia



«Non sono state chiarite le modalità e i finanziamenti che dovrebbero permettere lo studentato diffuso»

CAGLIARI. Aree verdi, carenza di servizi, eccessi di volumetria, «sono state le scuse utilizzate dal consiglio comunale per giustificare il al progetto del nuovo campus universitario», afferma la segreteria provinciae del sindacato inquilini Sicet. «Ma la verità è venuta fuori in questi giorni, sotto forma di approvazione di un piano del centro storico già votato in Giunta e che prevede numerosi interventi per la trasformazione di edifici dei vecchi rioni in residenze per gli studenti, un piano che evidentemente qualcuno aveva già nel cassetto».
Quello che il Comune non dice, affrma il sindacato Sicet, «è che noi chiediamo con forza di sapere quali saranno i fondi utilizzati per le opere dello studentato diffuso, come saranno acquisiti e recuperate le aree in un centro storico che viene venduto a peso d’oro». Inoltre i rappresentanti degli inquilini si domandano «dove trovare lo spazio per la costruzione dei servizi necessari, che non sono di certo i ristoranti panoramici di cui sentiamo parlare». Inoltre «interessa anche comprendere chi dovrebbe occuparsi della gestione di un patrimonio simile, per il quale più che “diffuso” ci pare più corretto l’aggettivo “frammentato”».
L’idea del Sicet è che il recupero del centro storico debba passare «per un’adeguata politica abitativa, che non può essere misurata in “posti letto” ma in unità abitative, con l’integrazione di edilizia privata e pubblica (sociale in primo luogo), cosa che non esclude in alcun modo, ovviamente, anche la creazione di alloggi destinati agli studenti fuori sede».
Secondo il Sicet, inoltre, «un campus diffuso in una zona della città in cui la viabilità è già difficile, non sembra in grado di rispondere alle esigenze di mobilità degli studenti i quali, è bene ricordarlo, non sono solo quelli del polo giuridico-economico o di Sa Duchessa, ma anche quelli che seguono una parte, se non tutte le proprie lezioni nel complesso della cittadella universitaria di Sestu o in altre aree lontane dal centro storico». Per questi motivi «attendiamo delucidazioni da parte dell’amministrazione - afferma il Sicet - sperando che questa volta abbiano carattere concreto e non siano limitate a dichiarazioni di intenti generiche». Queste, infatti, «paiono sempre condivisibili, ma in realtà mascherano una insanabile carenza di programmi di edilizia concreti e, soprattutto, concertati».