STAMPACE. Lotta ai topi che infestano il quartiere, sistemati i tubi-esca
A giudicare dall'odore sprigionato dall'asfalto ancora unto, notare il cambiamento non era così scontato. Eppure i residenti se ne sono accorti eccome: i cassonetti a destra dell'Arco di Palabanda, quelli in cui preferivano andare a cibarsi i roditori del quartiere, non ci sono più. Spariti. Eliminati. Portati via all'alba di ieri.
LE VIE A ricordarne la presenza solo un po' di puzza e un avviso comunale affisso sul muro di blocchetti. «Per ragioni tecniche», è spiegato, «i conferitori per i rifiuti urbani sono stati spostati da questa area». Le nuove postazioni da utilizzare sono anch'esse indicate: via Palabanda angolo via Carbonazzi, via Mameli angolo via Caprera. A circa cinquanta metri di distanza dal Corso Vittorio Emanuele. «Finalmente», esclama Luigi Olita, titolare del ristorante Red Steak House. Davanti all'ingresso della Taberna dei Sapori, commenta la novità con il proprietario Roberto e i dipendenti: «Era ora, ieri ho visto un topo grosso come un gatto, c'era una festa», scherza un ragazzo. «Siamo contenti, sicuramente le trappole adesso avranno più efficacia. Erano inutili accanto ai contenitori stracolmi di rifiuti». Sperano comunque nell'avvio del servizio di raccolta differenziata porta a porta: «Sarebbe un'ottima cosa».
ESCHE Le trappole in effetti sono ancora al loro posto: accanto al negozio di bombole in via Carbonazzi e sulla rete metallica che racchiude il terreno a lato dell'Arco di Palabanda se ne trovano due. Sono state installate nei giorni scorsi dai tecnici della ProService: si tratta di un tubo nero di plastica a forma di T rovesciata, che contiene un'esca a base di paraffina. I topi, però, «ci sono sempre stati: ieri», racconta Roberto Stochino, «quando ho chiuso il negozio e sono andato a buttare la spazzatura, ne ho visto quattro tutti assieme, di tutte le taglie». Il problema per i residenti è sempre lo stesso: «In quest'angolo della città c'è troppa incuria e troppa sporcizia, che senso ha tenerlo in questo stato?».
LA PULIZIA Il dito viene puntato contro i circa cento metri quadri di terra recintati da una rete metallica a destra all'Arco. «Sarebbe bello se lo trasformassero in giardinetto». Il suggerimento è di «ripulire tutto, mettere degli alberi, e una fontanella magari». Carlo Atzeni, e l'amico Gianni, anziani residenti nel quartiere hanno già trovato un accordo». L'auspicio è che lo trovino anche le autorità competenti. «Soprattutto», puntualizza Marco, anch'egli abitante della zona, «perché è indecoroso per una città che punta a vivere di turismo». Anche per lui fare qualche passo in più per raggiungere i cassonetti non sarà un problema.
Veronica Nedrini