Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando August Sander guardò in faccia la Sardegna

Fonte: L'Unione Sarda
10 marzo 2009


Il fotografo tedesco giunse nel 1927 con lo scrittore Ludwig Mathar: 500 immagini per un libro mai nato

La documentazione fotografica realizzata in Sardegna dal fotografo tedesco August Sander in occasione del viaggio compiuto in compagnia dello scrittore Ludwig Mathar nel 1927, pur essendo una delle più interessanti sia per la quantità - oltre 500 immagini - che per la qualità del materiale prodotto, è a tutt'oggi una delle meno conosciute, studiate e diffuse, soprattutto in ambito italiano.
August Sander e Ludwig Mathar arrivarono in Sardegna nella primavera del 1927. Se per Sander si trattò del primo e unico viaggio compiuto al di fuori della Germania, e in particolare fuori da quel rettangolo fra Bergisches Land, Coblenza, la bassa Renania e il Westerwald che costituiva la sua terra natale, assurgendo nel suo lavoro a zona rappresentativa dell'umanità del ventesimo secolo, per Mathar invece era il secondo viaggio compiuto nell'isola.
Profondo conoscitore e amante dell'Italia, Mathar era già stato in Sardegna nel 1925, nel corso di un lungo viaggio nella penisola le cui impressioni e riflessioni erano state pubblicate l'anno successivo nel volume dal titolo Primavera. Fruhlingsfahrten ins unbekannte italien , pubblicato a Bonn nel 1926 e a Colonia nel 1929, e recante sul frontespizio il disegno di un Sardische Bauer. In Primavera ben tre capitoli sono dedicati alla Sardegna, corredati da cinque classiche immagini fotografiche Alinari e da tre riproduzioni di opere del pittore Filippo Figari. Ma il 1926 è anche l'anno in cui lo scrittore tedesco incontra e conosce August Sander, rimanendo profondamente colpito dalla sua produzione fotografica. In quel periodo Sander aveva già intrapreso quel progetto di repertorizzazione della società di Weimar finalizzato alla realizzazione di Uomini del XX secolo e aveva già prodotto una notevole quantità di materiale fotografico. Un progetto che si era fatto lentamente strada fin dal 1909, anno in cui Sander trasferendosi da Linz a Colonia aveva dovuto ricostituire la sua clientela passando dalla rappresentazione pittorica della borghesia locale di Linz a quella dei contadini delle campagne del Westerwald. Solo dopo la prima guerra mondiale, però, Sander romperà definitivamente con lo stile e con le tecniche del pittorialismo per dedicarsi completamente alla "fotografia esatta", utilizzando un tipo di carta liscia e brillante che veniva usato solo per riprese tecniche e che metteva in risalto tutti i particolari, senza abbellire o nascondere niente. Un tipo di carta che ben si accordava con il suo progetto di inventarizzazione oggettiva della struttura sociale e dell'ordinamento della società tedesca, che prendeva progressivamente corpo sotto forma dell'idea della realizzazione di un grande inventario di tutte le professioni, le classi e gli ambienti della società weimeriana.
Quando Sander arriva in Sardegna, pur essendo solo nella fase iniziale di quel grandioso progetto mai completato che andava sotto il nome di Uomini del XX secolo , ha però definitivamente maturato quello stile e quelle modalità di rappresentazione che, già presenti nelle immagini scattate nell'isola, caratterizzeranno poi tutta la sua produzione successiva. Durante il viaggio in Sardegna Sander ferma il suo sguardo su tipologie di soggetti diversi e scatta un gran numero di fotografie, destinate a essere incluse in un libro sugli abitanti e la cultura della Sardegna progettato da Mathar che invece, annota con cura le impressioni prodotte dall'incontro con le espressioni culturali e il paesaggio dell'isola. Ma per motivi sconosciuti e a cui non si è riusciti a risalire, il libro non verrà mai pubblicato. E se gli appunti, le osservazioni e le suggestioni raccolte da Mathar durante il viaggio in Sardegna prenderanno vita in Die rache der Gherardesca. Roman aus Sardiniens Heldenzeit , un romanzo storico pubblicato nel 1929 e ambientato nel mondo medioevale delle nobili famiglie genovesi che controllavano l'isola nel XIII secolo, solo dieci delle oltre 500 fotografie scattate in Sardegna da Sander troveranno una prima forma di pubblicazione in un articolo di Mathar intitolato Sardinien , pubblicato il 7 settembre del 1933 su un quotidiano locale di Colonia.
Mentre Mathar descrive sinteticamente ciò che ha colpito il suo sguardo durante la visita dell'isola - piccoli villaggi arroccati sul granito, resti di castelli del periodo pisano e aragonese, nuraghi dell'età del bronzo, la città di Cagliari - soffermandosi come molti prima di lui sulla varietà e la colorazione dei costumi tradizionali, le immagini di Sander che accompagnano il testo si soffermano su particolari intensi, alternando la tipica forma della rappresentazione frontale propria dei ritratti sanderiani a scorci e panorami colti da prospettive inedite. Come l'immagine che riprende dal basso i resti delle mura del castello dell'Acquafredda a Siliqua, o quella in cui lo sguardo è rivolto all'interno della cupola della chiesa di San Saturno di Cagliari.
Durante quel viaggio lo sguardo sanderiano, guidato dalla triade tematica Architettura-Paesaggi-Ritratti, si sofferma anche su aspetti sociali e culturali propri delle aree rurali e dei villaggi interni, ancora indenni dai processi di modernizzazione, consegnando una serie di ritratti e di immagini che si inscrivono a pieno titolo nelle modalità rappresentative che orientavano la sua ricerca su gli Uomini del XX secolo. Tra le centinaia di immagini realizzate in quel suo unico viaggio al di fuori della Germania spiccano però quelle dedicate ai nuraghi che Sander rappresenta in modo inedito e non stereotipato soffermandosi sugli interni e sui particolari delle gigantesche costruzioni in pietra tipiche dell'età del bronzo.
FRANCESCA GIRALDI

10/03/2009