Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via Sant'Efisio senz'auto? Arriva il sì dei residenti

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2015

Favorevoli anche i b&b, contrario solo il gestore della litotipografia

 

I residenti sono favorevoli, gli artigiani contrari. O, forse, sarebbe il caso di dire l'artigiano. Perché, a parte un affittacamere e un bed & breakfast, in via Sant'Efisio c'è soltanto un attività commerciale, una litotipografia a ridosso della cripta di Sant'Eulalia. Quindi, pochi dubbi: la proposta pedonalizzazione della strada potrà essere fatta con il consenso praticamente unanime degli abitanti. Che poi sul fatto che possa servire o meno a qualcosa è un altro discorso.
LA CHIESA Perché, certo, via Sant'Efisio potrà pure essere percorsa a piedi da residenti e turisti. Ma per andare dove? È un normale lunedì mattina di metà agosto, qualche viaggiatore passa da quelle parti: sulle guide ha letto che meritano una visita la cripta di Santa Restituta e le chiese di Sant'Efisio di Sant'Anna (che ha un ingresso laterale proprio in questa strada). Peccato che le porte dei tre edifici siano rigorosamente sprangate: all'ingresso della cripta, se non altro, un foglio A4 annuncia la chiusura il lunedì mattina. Davanti a Sant'Efisio, invece, un grande cartello annuncia gli orari: lunedì mattina, apertura dalle 9 alle 12.30. Ma, tre le 11 e 12, le porte restano ermeticamente sprangate. «Non ci sarebbero le persone che ne garantiscono l'apertura», sussurra Radio Stampace basso . Uno degli effetti nefasti, si racconta, della “guerra” all'interno dell'arciconfraternita.
I RESIDENTI Per il momento, dunque, la pedonalizzazione serve poco ai turisti. Ma già viene promossa da chi vive in quella strada. «Anche perché», interviene Bruno Casti, «via Sant'Efisio è diventato il parcheggio di chi lavora nei negozi della zona. Ci entrano cani e porci perché qui non c'è mai alcun controllo». Esagera? A guardare le auto in sosta parrebbe proprio di no: sono poche quelle che espongono il tagliando bianco di Stampace basso. In compenso, ci sono due utilitarie che ostentano il pass arancione di Villanova. Casti sarebbe anche disposto a fare qualche sacrificio. «Non sarebbe certo un problema parcheggiare in via Santa Margherita». Passa da quelle parti Aledda Fancello: lei gestisce una drogheria nel corso Vittorio Emanuele («E sono contraria alla pedonalizzazione di quella strada: fa comodo solo ai ristoratori») ma vive in via Sant'Efisio. «Favorevole alla pedonalizzazione a patto, naturalmente, che i residenti abbiano il pass».
GLI “STORICI” A fianco alla chiesa di Sant'Efisio c'è un'abitazione che merita di essere visitata: Efisio Casti ha tappezzato l'ingresso con una serie di immagini sacre e, sopra la finestra, ha creato una sorta di altarino dedicato al suo santo di riferimento. «Togliere le auto dalla via?», si domanda. «Mi sembra una cosa molto positiva. In fondo, anche in altre parti della città è così. Basta che si vada incontro alle esigenze degli anziani e di chi, in generale, ha difficoltà». A qualche metro di distanza c'è un affittacamere, The space. Il proprietario non c'è, parla Giulia Morittu, la tirocinante che lavora lì. «Personalmente, mi auguro che sia pedonalizzato tutto il centro storico. Intanto, il gestore dell'attività, promuove questa iniziativa».
IL CONTRARIO Scava, scava, occorre arrivare sino alla litotipografia per trovare chi boccia la proposta. «Per noi», afferma Andrea Loddo, «sarebbe la morte». Perché, certo, un foglio è leggerissimo. Ma quando si tratta di trasportare risme di carta o interi volumi, le prospettive cambiano. «Non riesco proprio a capire la ragione per la quale non sono trattato come un residente: vivo e opero qui, il locale è nostro, le auto sono intestate all'azienda. Ma, finalmente, solo dopo tantissimi anni, sono riuscito a ottenere un pass per le operazioni di carico e scarico. Solo che, in questo lavoro, occorre avere la macchina sempre a portata di mano per potersi muovere». Magari, la pedonalizzazione potrebbe portare un po' di movimento. «Ma che cosa vengono a fare i turisti se tutte le attrattive restano rigorosamente chiuse».
Marcello Cocco