Tra gli ultimi arrivi: 130 donne, 22 bambini e anche le salme di 2 vittime del mare. I primi cittadini: «Ci hanno lasciati all’oscuro, il sistema così salta»
di Stefano Ambu
CAGLIARI. La fuga dall'Africa e dal Medio Oriente si è fermata per ora a Cagliari. Continuerà: prossima tappa in alberghi, strutture ricettive e case dell'isola. I profughi rimarranno in 207 nel cagliaritano (alcuni potrebbero essere sistemati nel centro Cara di Elmas), 130 saranno trasferiti in provincia di Sassari (tra Cargeghe, Porto Torres e Sorso), gli altri nel Nuorese (57) e Oristanese (41). Poi verso il nord Europa, la meta sognata sin dall'inizio della difficile e drammatica avventura.
L’arrivo. Quattrocentotrentacinque i migranti sbarcati ieri al molo Rinascita a poche decine di metri dai traghetti, al molo Sabaudo, per Civitavecchia e Palermo, di chi parte per le vacanze. Due scenari distanti anni luce, due mondi diversi: uno di allegria e spensieratezza, l'altro di disperazione. E di tragedia: nella nave tedesca che ha portato in Sardegna eritrei, etiopi e siriani c'erano anche due cadaveri.
Due vittime. Entrambi intorno ai 40 anni, sono due vittime dei viaggi della morte: uno, già malato, sarebbe deceduto per aver respirato troppo a lungo i fumi dei motori del barcone partito dal Nord Africa. L'altro sarebbe annegato durante la traversata prima dell'arrivo davanti alle coste della Sicilia della nave per il salvataggio. Si conosce la nazionalità di uno di loro, siriana. Ora saranno le autopsie a dire che cosa è successo. L'unica certezza, per ora, sono le lacrime e la disperazione dei familiari. Un omaggio alle salme è arrivato anche dall'equipaggio della nave con un saluto militare mentre i cadaveri attraversavano la passerella.
L’accoglienza. Gli altri migranti stanno abbastanza bene: la conferma arriva anche dal prefetto Giuliana Perrotta e dal questore di Cagliari Filippo Dispenza che hanno voluto sincerarsi direttamente delle operazioni di accoglienza e delle condizioni dei passeggeri. Ci sono degli infortunati (ressa nel barcone e nelle fasi di salvataggio), ma niente di particolarmente preoccupante. Stanchezza sì, tanta.
Donne e bambini. Buone anche le condizioni dei ventidue bambini a bordo, gran parte di loro sotto i tre anni. Tutti con le rispettive famiglie. Gli stranieri fanno parte di 1230 migranti soccorsi dalla Nave Sirio della Marina militare e dalla Guardia Costiera a largo coste libiche mentre si trovavano a bordo di due gommoni e tre barconi. La nave militare tedesca Schleswigholstein è arrivata a Cagliari secondo programma. Le prime a sbarcare sono state le 130 donne e i bambini. Ad attenderli in banchina un piccolo villaggio con tende e gazebo attrezzato per i primi soccorsi, le visite mediche e le procedure di identificazione. «Ci sono alcune persone ferite - ha spiegato il questore Dispenza- si sta lavorando per la prima identificazione. Al lavoro c'è anche la squadra mobile che sta cercando di individuare gli scafisti».
Il vertice. Venerdì 7 si terrà a Cagliari in Prefettura un osservatorio sul fenomeno immigrazione alla presenza di Mario Morcone, capo del dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale. Un appuntamento già programmato, che alla luce dell’ultimo sbarco diventa ancora più urgente. Sará in quella sede che si capirà se ormai la Sardegna ha già raggiunto il numero limite di posti a disposizione. O se c'è ancora spazio per ulteriori arrivi. La quota del 2 per cento fissata per l’isola (calcolata sulla base del totale degli arrivi e della popolazione), potrebbe già essere stata superata. All’incontro parteciperà il governatore Francesco Pigliaru, i prefetti isolani e numerosi sindaci. «Sarà l'occasione – ha detto il prefetto di Cagliari Giuliana Perrotta – per individuare un migliore modello di governance del fenomeno». Nelal consapevolezza, però, che i migranti nell’isola non vogliono stare: l’obiettivo è andare via, la Germania è la destinazione preferita della maggior parte. «Voglio sottolineare ancora una volta – ha detto il questore – che si tratta di un fenomeno epocale di migrazione verso l'Europa, non riguarda solo l'Italia». Un fenomeno orami ineluttabile: in appena due mesi, più di duemila migranti sono sbarcati nell’isola.