Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni affossati dal fisco

Fonte: L'Unione Sarda
3 agosto 2015

Il premier promette 8 miliardi di aumenti per compensare i tagli dello Stato

Allarme della Corte dei conti: +22% di tasse in 3 anni ROMA L'allarme arriva dalla Corte dei conti e parte dal confronto tra il 2011 e il 2014. «Gli amministratori locali hanno subìto tagli per circa 8 miliardi, che anno dovuto compensare con aumenti molto accentuati delle tasse locali per conservare l'equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo». Insomma, la pressione fiscale dei Comuni (e in particolare in quelli delle isole maggiori) è arrivata al limite: il peso delle imposte locali, dal 2011 al 2014, è aumentato del 22%, facendo schizzare le tasse pro capite da 505,50 ai 618,4 euro.
La Corte dei conti, nella relazione sulla finanza locale, non si limita a dare l'allarme. I magistrati contabili osservano anche che «la crescita dell'autonomia finanziaria degli enti non sembra produrre benefici effetti né sui servizi, né sui consumi e sull'occupazione locale, in assenza di una adeguata azione di stimolo derivante dagli investimenti pubblici» e che «andrebbe dunque recuperato il progetto federalista che lega la responsabilità di presa alla responsabilità di spesa, realizzando una necessaria correlazione tra prelievo ed impiego». Progetto «a cui è sicuramente funzionale la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, necessaria per superare definitivamente il criterio della “spesa storica”, ma che i più recenti interventi normativi non sembrano sostenere adeguatamente, andando nella direzione di una maggiore flessibilità dei bilanci, di una effimera ricostituzione della liquidità con oneri di rimborso a lunghissimo termine e di un alleggerimento degli oneri legati alla disciplina dell'armonizzazione contabile».
I livelli più alti di riscossione si registrano nei Comuni con più di 250mila abitanti, dove l'esborso tocca quota 881,94 euro a testa. Le tasse aumentano anche per gli abitanti dei piccoli Comuni e per quelli sotto i 2mila abitanti (628 euro pro capite). L'aumento delle tasse locali, tuttavia, non ha dato vita a un miglioramento dei servizi offerti ai cittadini, nè ha avuto un effetto positivo sui consumi e sull'occupazione.
Dopo l'annuncio del piano di riduzione fiscale all'assemblea nazionale del Pd a Expo, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ritorna sul tema delle tasse locali e rivendica la bontà dell'operazione: «Smettere di tassare la prima casa secondo me è giusto e anche equo in un Paese dove l'81% degli italiani ha sudato per acquistarsi un'abitazione», scrive il premier, che annuncia che i «soldi in meno della Tasi-Imu (gli 8 miliardi di cui parla la Corte dei conti) saranno restituiti integralmente ai Comuni». Gli enti locali, dal canto loro, ribadiscono che «sono anni che vengono tagliati i trasferimenti ai Comuni». Antonio Satta, componente del direttivo dell'Anci, lamenta il fatto che i Comuni sono stati lasciati soli nella gestione del welfare, ma rivendica che nonostante i tagli e un «patto di stabilità che ci ha trasformati in notai più che in amministratori e politici», i servizi ai cittadini sono stati garantiti.
Giuseppe Colombo