MULINU BECCIU.
A Mulinu Becciu è di nuovo allarme diossina. Da un'area a poche decine di metri dalla motorizzazione, sulla strada statale 554, oramai quasi quotidianamente si alzano colonne di fumo nero. Gruppi di nomadi hanno ripreso a bruciare di tutto per “pulire” il rame da rivendere. «Siamo costretti a tenere le finestre di casa chiuse», denunciano i residenti del quartiere, «anche e soprattutto la notte quando i roghi durano diverse ore rendendo l'aria irrespirabile. Siamo preoccupati per la nostra salute».
È il grido di dolore di Michele Treglia e Giorgio Boi, membri del comitato spontaneo “no diossina” nato alcuni anni fa per contrastare gli incendi che avvenivano a ogni ora nel campo nomadi sulla Statale 554 (poi chiuso nel giugno del 2012). Mai avrebbero pensato di dover indossare nuovamente l'elmetto e dichiarare guerra, con denunce ai carabinieri, segnalazioni al Comune e alla Polizia municipale, ai roghi inquinanti provenienti questa volta da un improvvisato campo nomadi. «Non sappiamo di chi sia il terreno», spiegano Treglia e Boi, «ma la situazione sta diventando insostenibile. Dopo pochi anni stiamo rivivendo l'incubo che pensavamo fosse finito con lo sgombero del campo nomadi».
Le telefonate al Comune e ai vigili urbani hanno avuto effetti minimi: «Le pattuglie della Municipale hanno effettuato controlli», evidenziano i due residenti portavoce di tanti altri abitanti, «e così per qualche giorno i roghi sono terminati. Poi tutto ritorna come prima: incendi, odore insopportabile e fumo nero con chissà quali sostanze pericolose che finiscono nelle nostre case. Oramai a qualsiasi ora. La notte poi ci sono anche due o tre episodi».
L'accampamento è nato a ridosso della motorizzazione, su una collinetta. Dalla Statale 554 si notano baracche e roulotte. «I Vigili del fuoco», spiegano i due componenti del comitato “no diossina”, «intervengono solo se ci sono pericoli. I roghi durano un'ora, il tempo di bruciare un po' di roba. Intanto il fumo nero si alza e raggiunge rapidamente, soprattutto nelle giornate di maestrale, le nostre case». Le segnalazioni sono state inviate anche al sindaco Massimo Zedda. C'è anche chi ha deciso di denunciare quanto avviene ai carabinieri della stazione di Sant'Avendrace.
Chi vive a Mulinu Becciu chiede inoltre un intervento di bonifica nell'ex campo nomadi. «I terreni sono contaminati da anni e anni di incendi di materiali di ogni tipo», ricordano Michele Treglia e Giorgio Boi. L'area è stata svuotata (restano ancora alcuni rifiuti abbandonati e ammassati) come disposto dal Comune. Il passo successivo sarà la bonifica vera e propria che, come aveva annunciato l'assessore Anna Paola Loi, «arriverà fino a trenta centimetri per risolvere definitivamente i problemi di sicurezza».
Matteo Vercelli