VIALE MONASTIR. Senza autorizzazioni la struttura gestita da Annidoro
Non è autorizzata, via i vecchietti dalla casa di riposo San Giorgio di viale Monastir. L'ordine arriva dal Comune: i funzionari dell'assessorato alle Politiche sociali, con gli esperti della Asl, hanno stilato un lungo elenco di irregolarità «in grado di costituire danno alla salute degli anziani ospiti» della struttura gestita dalla onlus Annidoro. Che ha guai anche a Nuoro: la Procura indaga sull'ipotesi di maltrattamenti, morti sospette ed esercizio abusivo della professione in una residenza famiglia del capoluogo barbaricino, gestita dalla stessa associazione. Ora si apre il fronte cagliaritano.
Il presidente, Luigi Masala, sembra cadere dalle nuvole: «Non sapevo nulla del provvedimento del Comune», ha detto ieri mattina al telefono, «vado a vederlo». L'attesa di ulteriori delucidazioni è stata vana. Per ricostruire le vicissitudini della San Giorgio, e dei suoi ospiti, non resta che affidarsi ai documenti delle Politiche sociali: raccontano una storia fatta di sgomberi, interventi dei carabinieri del Nas, rilievi da parte della autorità. Finita, per ora, con la determinazione di due giorni fa del dirigente dell'assessorato Alessandro Cossa: entro 60 giorni trasferimento di circa 60 anziani e, a termine scaduto, stop alle attività assistenziali se la Annidoro non riuscirà a mettere tutto in regola di fronte a una sfilza di contestazioni.
La casa di riposo è un palazzone grigio-cemento, all'angolo tra viale Monastir e via del Fangario. Tra giugno e luglio i tecnici dell'assessorato comunale e della Asl hanno effettuato due ispezioni. Dalla prima sono emerse «mancanza di titolo autorizzativo, assenza della carta dei servizi, un numero di posti-letto superiore alla capacità massima, un numero di ospiti superiore rispetto a quello indicato, personale diurno e notturno insufficiente, mancanza di infermeria con camere di degenza e isolamento provvisorio». Il 24 luglio altro controllo: nel pavimento in plastica vengono scoperti alcuni “distacchi”, si scoprono barriere architettoniche in alcuni bagni, non ci sono referenti in caso di emergenza. Non solo: la struttura non può rimanere lì. La legge prevede che le case di riposo stiano in zone servite da mezzi pubblici e «tali da consentire agli ospiti la partecipazione alla vita della comunità».
Ma la strana storia della Annidoro inizia nel 2009, quando i vecchietti stavano in un edificio di via San Giorgio, sotto l'ospedale civile. Il primo giugno di sei anni fa il Comune contesta «la mancanza di documenti e requisiti essenziali» alla Casa San Giorgio. Tre mesi dopo arrivano i carabinieri del Nas: attività abusiva, sospensione immediata. Il titolare, Luigi Masala, entro un anno non produce i documenti necessari per rimettersi in carreggiata e scatta la revoca dell'autorizzazione. Ma ad agosto del 2011 i carabinieri tornano e scoprono che nulla è cambiato, gli anziani sono ancora lì. Chiedono conto dell'anomalia al Comune che impone il trasferimento alla Annidoro. Masala fa domanda e a febbraio 2012 si perfeziona la pratica per la nuova vita della casa di riposo in viale Monastir. Ma chi prende in mano le carte scopre che nessuno ha mai ridato l'autorizzazione revocata due anni prima. Parte un braccio di ferro. Fino alle contestazioni degli ultimi giorni. L'assessorato dispone l'interdizione dell'attività socio-assistenziale con effetto posticipato di 60 giorni per dare la possibilità al titolare, entro un mese, di mettersi in regola, recuperando anche le autorizzazioni. Intanto, però, Annidoro «si attivi per garantire agli ospiti una sistemazione adeguata».
Enrico Fresu