COMUNE. Proposta di nove consiglieri. Secchi: rimedio contro i problemi fiscali
Lo scambio ha un antico sapore commerciale, il decreto “Sblocca Italia” lo rende amministrativo: un baratto tra imposte e lavori socialmente utili per famiglie in difficoltà. A proporlo nei giorni scorsi, con una mozione al sindaco Massimo Zedda e alla Giunta, i consiglieri comunali Ferdinando Secchi (primo firmatario), Giovanni Dore, Emilio Montaldo, Filippo Petrucci, Fabrizio Marcello, Francesca Ghirra, Matteo Lecis Cocco Ortu, Sergio Mascia e Sebastiano Dessì. Operazione possibile? Secchi non ha dubbi: «Barattare la propria manodopera, il proprio lavoro, con le tasse da pagare mettendosi a disposizione del Comune con lavori socialmente utili potrebbe essere possibile anche in città».
Nella mozione firmata da Secchi (Sardegna Pulita) e dagli altri consiglieri si chiede alla Giunta di «valutare la possibilità di saldo dei debiti ai cittadini che non riescono a rispettare gli impegni con i tributi comunali barattando la loro manodopera, in forma volontaria, per lavorare e spendersi per il territorio cagliaritano».
Chi potrebbe offrire «il proprio lavoro in cambio di sgravi o esenzioni delle tasse» potrebbero per esempio essere disoccupati con debiti insoluti. «I tributi dovuti», precisa il primo firmatario dell'iniziativa consiliare, «in questo caso sarebbero trasformati in ore da dedicare alle attività in favore della comunità». Lo stabilisce l'articolo 24 dello “Sblocca Italia”: il Comune “potrà definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi individuati nel territorio cittadino che potranno riguardare servizi nelle scuole pubbliche, la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, ed in genere la valorizzazione di zone limitate del territorio urbano”.
Se la richiesta contenuta nella mozione dovesse arrivare in porto, i vantaggi - osservano i proponenti - «sarebbero bilaterali: per le tasche degli abitanti e per le casse pubbliche» perché i cittadini vedrebbero «i propri debiti quanto meno ridotti e il Comune alleggerirsi di problemi che, per via dei continui tagli alle spese e al personale, non riesce talvolta a risolvere».
I firmatari della mozione auspicano che il Comune «si attivi su questo nuovo percorso». Secchi spiega perché: «Ogni strumento deve essere utilizzato per creare nuova occupazione, certamente provvisoria, consentendo nello stesso tempo l'ingresso di tante risorse, probabilmente mai esigibili», capaci di «supplire in piccola parte ai tagli che il Governo centrale ha attuato e continua ad attuare».
Pietro Picciau