L'INCHIESTA. Dopo la richiesta di interdizione formulata dal pm Pilia
davanti al giudice per oltre cinque ore
Il consiglio d'amministrazione del Teatro Lirico che doveva discutere della nomina del nuovo sovrintendente convocato con forte ritardo, così da rinviare la decisione; la firma sul contratto di Mauro Meli arrivata molto dopo il dovuto; la richiesta di commissariamento presentata senza il via libera del cda; gli incarichi disposti in assenza del benestare dei consiglieri; Angela Spocci nominata successore di Meli; il ricorso contro la sentenza del Tar che nell'autunno del 2013 aveva dichiarato illegittima la decisione di affidare il ruolo di sovrintendente a Marcella Crivellenti; il tentativo di evitare che il Lirico si costituisse parte civile nel processo per abuso d'ufficio contro il presidente della Fondazione; l'aver affidato all'avvocato Giuseppe Macciotta l'incarico di rispondere ai rilievi mossi dal legale di Meli.
Sono solo alcuni dei 17 punti sui quali il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha fondato la richiesta di interdizione del sindaco Massimo Zedda dalla carica di presidente del Lirico, argomenti discussi ieri in oltre 5 ore e mezzo di interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari Lucia Perra che ora deve decidere se accogliere la richiesta del pm o far sua la replica del primo cittadino e dei suoi avvocati Giuseppe Macciotta e Fabio Pili, contenuta in una corposa memoria difensiva di 140 pagine e nelle risposte date nell'udienza al quinto piano del Tribunale. Appuntamento cominciato poco dopo le 15, interrotto per una pausa alle 16,50 e terminato poco dopo le 20,30: tempi necessari perché il gip facesse ogni domanda utile a chiarire la situazione, senza considerare i frequenti interventi dei legali e dello stesso pm, protagonista di vari botta e risposta con Zedda. Il sindaco ha negato ogni volontà ostruzionistica a lui contestata e spiegato tecnicamente al giudice quale sia, a suo parere, il funzionamento di un organo decisionale quale il consiglio d'amministrazione della Fondazione. Il gip si è riservato la decisione che arriverà la prossima settimana: è necessario studiare la memoria difensiva.
La richiesta del pm è strettamente legata alle due inchieste penali aperte sulla gestione del Lirico. La prima, relativa alla nomina a sovrintendente del Lirico di Crivellenti, ex addetta alla biglietteria, è già costata il rinvio a giudizio di Zedda per un doppio abuso d'ufficio, legato all'affidamento dell'incarico alla donna (scelta scartando le 44 domande arrivate dopo la manifestazione di interesse voluta dallo stesso primo cittadino per scegliere il profilo migliore) e alla revoca di Giorgio Baggiani dal consiglio di amministrazione. Due iniziative bocciate dalla giustizia amministrativa e ora al vaglio di un giudice penale. La seconda, aperta ancora una volta per abuso d'ufficio, riguarda la tardiva firma sul contratto di Mauro Meli quale sovrintendente e direttore artistico del Lirico (era succeduto a Crivellenti dopo una dura battaglia tra le diverse anime del cda dell'ente); il rifiuto di inserire all'ordine del giorno i punti chiesti dalla maggioranza del consiglio d'amministrazione della Fondazione; il mandato a uno studio legale di preparare i ricorsi a Tar e Consiglio di Stato (quest'ultimo poi ritirato) per confermare a capo dell'ente Crivellenti, che il Tar aveva estromesso dalla carica; il tentato commissariamento dopo la sentenza amministrativa; il presunto “ostruzionismo” sulla richiesta di far costituire il Teatro come parte lesa nel processo per abuso d'ufficio al sindaco Zedda; i presunti danni creati per il minor numero di abbonamenti dovuto alla mancata programmazione della stagione. Tutto dimostrerebbe, secondo il pm, la precisa volontà di mettere i bastoni tra le ruote a Meli e dimostrare che la gestione precedente (Crivellenti) era più adeguata sotto vari profili. Tra questi, quello contabile. «Era persona di mia fiducia capace di tenere sotto controllo i conti», aveva detto il sindaco riferendosi all'ex dirigente.
Andrea Manunza