IS MIRRIONIS-SAN MICHELE. Il sindaco incontra i residenti nei due rioni
In tanti si sono accomodati nei banchi della chiesa di San Massimiliano Kolbe, rispondendo all'invito degli organizzatori dell'assemblea pubblica su Is Mirrionis. Cittadini del quartiere arrivati anche da San Michele per sentire dalla voce del sindaco Massimo Zedda i programmi futuri per i due rioni. E per conoscere come verranno spesi i 15 milioni di euro, fondi europei in arrivo nelle casse del Comune.
«Le risorse», ha detto il primo cittadino davanti al numeroso pubblico, «si aggiungeranno a quelle messe a disposizione dall'amministrazione. Come verranno utilizzati? Per l'edilizia popolare e per quella scolastica, ma anche per avviare progetti di coesione sociale e lavoro».
L'assemblea, organizzata dal circolo Amendola-Spano di Mulinu Becciu e coordinata dal segretario Marco Benucci, ha permesso a tanti cittadini di far presente al sindaco (e agli assessori e consiglieri comunali presenti) i numerosi problemi che i quartieri di Is Mirrionis e San Michele stanno attraversando da decenni. Tante promesse, arrivate soprattutto dalle precedenti Giunte che hanno governato Cagliari. Per questo i cittadini si aspettano ora risposte concrete. Zedda ha evidenziato come si stia intervenendo nell'edilizia sportiva: «Ripartiranno i lavori per completare la piscina in via Abruzzi». Si è poi deciso di passare alla gestione diretta da parte del Comune degli impianti di via Monte Acuto, a Is Mirrionis: «Vogliamo», ha spiegato il primo cittadino, «coniugare efficacemente le istanze del territorio con le esigenze delle società e delle associazioni sportive della zona». E poi soldi per la realizzazione di alloggi popolari e per la sistemazione di quelli già esistenti.
A Is Mirrionis e San Michele c'è poi la delicata questione sulla sicurezza. Nei quartieri ci sono piccole zone regno dello spaccio: poche persone rischiano spesso di danneggiare il duro lavoro di onestà della grande maggioranza dei residenti, commercianti, volontari, responsabili di associazioni e della parrocchia guidata da don Carlo Follesa, presente all'assemblea. Per anni si è parlato dell'idea di sistemare, al posto del bunker dello spaccio in via Cinquini, una caserma dei carabinieri. «Speriamo, la presenza delle forze dell'ordine è necessaria», hanno detto i cittadini. (m. v.)