Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Agire subito su energia, edilizia e burocrazia»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 marzo 2009

DOMENICA, 08 MARZO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Le richieste alla Regione del presidente degli industriali Alberto Scanu per ridurre gli effetti più gravi della recessione economica 



«Occorre fare sistema, decidere in modo condiviso e fare di Cagliari una città di destinazione»



«Intervenire anche sui consorzi Fidi per non bloccare il credito»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Alcuni interventi «vanno fatti immediatamente», afferma Alberto Scanu, responsabile della Confindustria del sud dell’isola: «La nuova giunta regionale agisca subito nel settore dell’energia, in quello edilizio e sblocchi la burocrazia. A tutti bisogna dare la possibilità di sopravvivere. Noi abbiamo fatto un accordo per la cassa integrazione in deroga che riguarda quattromila persone. Ma per l’estensione degli ammortizzatori anche ai precari, bisogna prima verificare i conti, tenendo presente il debito pubblico».
- Che fare, quindi?
«Il tema della sopravvivenza deve interessarci tutti, altrimenti affondiamo. La questione dell’Euroallumina, ad esempio, è risolvibile solo con gli ammortizzatori sociali, sperando che nel 2010 vi sia una ripresa».
- E per il qui ed ora.
«La Regione dovrebbe agire subito su quelle leve in grado di rimettere in moto il mercato locale. Il settore dell’energia, ad esempio. Purtroppo abbiamo perso una serie di opportunità, ma altre ce ne sono, occorre agire subito».
- Lei ha parlato anche dell’edilizia...
«Precisiamo che nessuno pensa che si debba costruire sul mare. Ma in questi ultimi tempi il comparto è stato bloccato sulla base di interpretazioni divergenti delle norme. Per questo dico che si devono sbrogliare subito le questioni interpretative. Inoltre c’è una tutela ambientale che compete allo Stato centrale, poi vi sono le norme regionali. Bisogna mettere ordine».
- Come intervenire?
«Cambiando medoto e partendo dal basso. Vorrà pur dire qualcosa che quasi tutti i Comuni costieri sono bloccati? Occorrono regole di carattere generale e non possibilità di deroghe, che implicano azioni al di fuori delle norme. Lo stesso vale per le nostre campagne».
- Quindi?
«Bisogna agire in fretta e alcune cose non costano niente. Ma va tenuto presente che, oggi, il quadro è cambiato. Nel settore energia, ad esempio, se ieri le banche facevano a gara a far prestiti alle aziende, oggi è l’inverso».
- Quindi chiede un maggior interventismo della Regione?
«Noi domandiamo norme e regole chiare, che permettano di operare imprenditorialmente. Ma il tutto all’interno del mercato e non di politiche assistenziali: l’intervento del pubblico fa sempre aumentare i costi».
- Ha citato il credito: molte aziende locali stanno per fallire per via della restrizione e delle richieste di rientro. Che fare?
«Le disposizioni di Basilea sono restrittive, in più le banche si trovano loro stesse in crisi. Ma in questo modo rischiamo di salvare gli istituti di credito e di far morire le nostre imprese».
- Gli industriali che cosa propongono?
«La soluzione deve essere di sistema. Non possiamo solo pensare ai numeri imposti da Basilea. Altrimenti non ne usciamo. Bisogna rafforzare i consorzi Fidi...»
- Questi si stanno trasformando in enti di intermediazione soggetti alla Banca d’Italia...
«Sì, ma oggi la Regione può intervenire stanziando somme importanti per aumentare i fondi Fidi. E questo permetterebbe alle aziende, e non parlo di quelle decotte, di superare questo periodo».
- Turismo e produzione locale.
«Come Confindustria abbiamo un progetto che punta a far diventare Cagliari città di destinazione: luogo in cui si possa passare un week end allargando la fascia turistica a tutto il periodo invernale».
- In che modo?
«Valorizzando le nostre ricchezze, archeologiche, culturali e ambientali. Abbiamo un museo di arte nuragica unico, solo per fare un esempio, o zone umide invidiabili, come Molentargius».
- E come potrebbero essere valorizzate?
«Anche in questo caso facendo sistema tra tutte le forme interessate: dagli imprenditori agli enti locali. Non dimentichiamo che Cagliari ha una tradizione lirica e teatrale di altissimo livello».
Nel passato c’è stato un progetto che ha mirato a fare del teatro lirico una punta d’eccellenza mondiale. Ma i conti, alla fine, sono stati penalizzanti...
«Sì, ma oggi i tempi sono cambiati e si visto che è possibile arrivare a ottime produzioni mantendndo i conti in ordine. Abbiamo gli spazi e la cultura, prendiamo esempio da città come Verona. Facciamo di Cagliari una città di destinazione».
- E il settore della ricerca, non le sembra che le imprese utilizzino poco questa potenzialità?
«Va sviluppato. Noi abbiamo un parco scientifico e tecnologico che sta dando ottimi risultati. Inoltre nei prossimi anni vi saranno centinaia di milioni disponibili per il settore ricerca e sviluppo. Ma sono pochissime le imprese locali che han fatto domanda. Per questo puntare su Cagliari città di destinazione, significa anche contribuire a richiamare imprese e valorizzare questo settore. Ma tutto questo può essere fatto solo attraverso la concertazione».