I lavori dovevano durare sei mesi, il multipiano è chiuso dal 2008
Parcheggio fantasma, multipiano dimenticato. Nessuno può entrare: solo ratti, blatte e piccioni. «Come se in città ci potessimo permettere questo lusso: aree di sosta inutilizzate e transennate. Oltretutto in centro». Mara Civiero gestisce un bar in via Mameli e risiede in zona: «La situazione è paradossale. Cerchiamo, cerchiamo disperati un angolino dove infilare le nostre auto e a un passo c'è questo parcheggio. Pubblico, solo in teoria. In passato era un autoparco della Regione, ma solo in parte, moltissimi parcheggi erano disponibili, aperti a tutti».
Bei tempi. In via Caprera ora c'è lo storico ex cantiere infinito. Da queste parti gli operai non si vedono da anni. Una rete metallica sbarra l'accesso dalla strada, poi segue l'intero perimetro del gigante di cemento. All'interno della struttura recintata c'è la cabina del custode. Sotto i pilastri, in tutti i piani, cartacce e rifiuti, sporcizia ovunque. Dalla terrazza del palazzone che si affaccia proprio sul parcheggio si intravede il tracciato ormai sbiadito di quelle che un tempo erano aree di sosta. Fino a sette anni fa, per la precisione. Perché un vecchio cartello della Regione informa: «Il direttore degli Affari generali ha disposto la chiusura dell'autosilo dal primo luglio 2008 fino al completamento dei lavori necessari al ripristino dello stato di sicurezza dell'immobile», scritta rossa, in stampatello. Vari cantieri, negli anni, nessun ripristino. Eppure il multipiano sarebbe la salvezza di molti automobilisti, visto che è circondato da uffici pubblici, locali, bar. A pochi passi, il poliambulatorio dell'Asl di viale Trieste: prima di scendere per una visita medica il solito tour a caccia di un'area di sosta è assicurato.
Ignazio Giordano gestisce il ristorante Slot, fronte recinzione. È indiavolato. Ha sentito martelli pneumatici spegnersi e riaccendersi, a intermittenza, insieme alla sua illusione e alla sua rabbia. «Eppure i lavori sarebbero dovuti durare 6 mesi». Giordano sta portando avanti da tempo una battaglia giudiziaria: «C'è una causa in corso, stiamo chiedendo i danni alla Regione. Gli interventi erano iniziati nel 2010 e per varie ragioni, tra stop, riapertura dei cantieri e ditte cacciate via, non sono mai terminati. E noi da anni dobbiamo fare i conti non solo con un calo della clientela ma anche con una situazione pericolosa sul fronte dell'ordine pubblico». È partita una segnalazione anche al prefetto: «Qua la notte c'è da aver paura, abbiamo il timore di passare, siamo sempre al buio. Diciamo che ci sono presenze poco raccomandabili. Qualche anno fa avevano chiuso anche l'ingresso della strada che porta al nostro locale. Era rimasto solo un varco, in molti avevano pensato che avessimo abbassato la serranda. Altre perdite per il nostro locale».
Roberto Pati è un residente alle prese con i disagi, di ogni ordine: igienici, di sicurezza. Si affaccia al finestrone del tredicesimo piano del suo palazzo: «Ecco, da qua si vede chiaramente, il garage è abbandonato, regno dei topi. Eppure, se fosse aperto e in funzione darebbe anche lavoro a diverse persone, altro aspetto da non trascurare». Per l'avvocato Luigi Concas, che ha un appartamento a poca distanza, «è inconcepibile e ingiustificato che sia trascorso così tanto tempo». Rincara la dose Mara Civiero: «Non conoscevamo praticamente l'esistenza delle zanzare, ora assistiamo a un'invasione. È anche un problema di natura igienico-sanitaria. Ma ci siamo stancati di ripeterlo: tanto non succede mai niente, nessuno interviene».
Accanto c'è anche un sottopiano. Ospitava un'officina meccanica un tempo connessa ai parcheggi: ora è terra di nessuno. Sul pavimento un tappeto con le tracce dei piccioni, che volano ovunque. Appesa al muro una carta degli Stati che hanno aderito all'Ue nel corso degli anni: “L'Europa dei 15”, si legge, quasi un reperto archeologico.
Mariangela Lampis