CONSIGLIO. Perché diventi esecutivo servono altri passaggi, dal Pd apertura a modifiche
La strada perché diventi esecutivo è lunga: dovranno pronunciarsi Regione, Arpas, Provincia e Comuni limitrofi, poi l'affissione all'albo pretorio per 30 giorni e le osservazioni dei cittadini. Insomma, non se ne parlerà prima dell'autunno. Quella approvata ieri a maggioranza, 23 a 9, dal Consiglio comunale, in un'aula presidiata da residenti dei quartieri della movida, è ancora una bozza di Piano di classificazione acustica, frutto (ha ricordato ieri in aula l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau) di un lungo lavoro: analisi del territorio, studi demografici, passaggio in tre Commissioni comunali.
La città è divisa in sei classi: la prima raggruppa i parchi e prevede un massimo di 50 decibel in immissione (cioè misurati in prossimità di chi riceve il segnale sonoro) di giorno e 40 di notte, la sesta riguarda le aree esclusivamente industriali (cioè solo Macchiareddu), dove il limite salirebbe a 70 decibel sia di notte sia di giorno. In mezzo, le altre situazioni: in seconda classe le aree a bassa densità abitativa (Medau su Cramu e la Piana di San Lorenzo), con limiti di 55 e 45 decibel, in terza le zone a presenza mista di residenze e attività produttive (Marina Piccola, Poetto, La Palma, Quartiere del Sole, Pirri, Is Mirrionis e San Michele), con limiti a 60 e 50 decibel, in quarta quelle con elevata presenza di attività umane (Marina, Spampace Basso, San Benedetto, lo stadio, l'Arena grandi eventi, la Fiera), 65 e 55 decibel (più di quelli attualmente in vigore per il centro storico), e in quinta quelle prevalentemente industriali (viale Elmas, una parte di viale Marconi), 70 decibel di giorno e 60 di notte.
Il sindaco Massimo Zedda ha tratteggiato un disegno teso a spostare la movida verso la zona del porto (molo Ichnusa) e lungomare (Su Siccu, Sant'Elia), il presidente della commissione Servizi tecnologici Fabrizio Marcello ha sottolineato che con le autorizzazioni in deroga saranno possibili «attività temporanee rumorose» di carattere artistico, mentre per gli schiamazzi «si fa riferimento all'articolo 659 del Codice penale». Il problema resta quello dei controlli. Critica l'opposizione, che punta il dito sull'equiparazione dei quartieri storici alle zone destinate ai concerti. Il capogruppo del Pd Davide Carta ha aperto alla possibilità di modifiche.
Scontento il comitato “Rumore? No grazie” che parla di «attentato alla vita e alla salute dei residenti, soprattutto del centro storico», denunciando per quest'ultimo «un deciso innalzamento dei livelli di rumore massimo ammesso rispetto al Piano ancora in vigore». (m. n.)