Cgil, Cisl e Uil allo stesso tavolo dopo tre anni: «Cambieremo la legge Fornero»
Dal vertice nessun documento unitario. Camusso: «Idee diverse, cantiere aperto»
di Gabriella Cerami
ROMA Era dal 17 gennaio del 2012 che Cgil, Cisl e Uil non si sedevano insieme allo stesso tavolo per una riunione unitaria delle segreterie confederali. E così ieri, per oltre cinque ore, nella sede romana della Uil, i segretari Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno discusso di crescita, contratti e Mezzogiorno. La riunione si è peraltro chiusa senza un documento unitario e un prossimo appuntamento già fissato. Esplicita la Camusso: «Nuova data? Vedremo. Idee diverse ma il cantiere è aperto». Sulla riforma delle pensioni sono tutti d’accordo, meno sui modelli contrattuali. «Abbiamo convenuto sulla necessità di cambiare la legge Fornero. Il ministro - ricorda Barbagallo - ha pianto, ma ha anche fatto piangere molti. Quindi metteremo in campo iniziative per far rapidamente aprire il tavolo del confronto». Furlan parla di «peggior legge pensionistica europea» e auspica che «il ministro Poletti convochi i sindacati per aprire un confronto su una flessibilità in uscita». Sull’altro fronte, quello dei contratti di lavoro, «dobbiamo approfondire le vicende sul modello contrattuale - spiega il segretario della Uil - dove ci sono posizioni ancora da dover sintetizzare». Camusso si dice «contraria a una moratoria sui contratti, le piattaforme dei rinnovi sia pubblici sia privati sono da chiudere, se Confindustria ha intenzione di bloccare la stagione contrattuale se lo dimentichi». Le variabili in gioco sono tante, dal valore della contrattazione aziendale al parametro di riferimenti a cui agganciare gli incrementi (inflazione, produttività). In tutto ciò c’è anche da sbrogliare la matassa della rappresentanza sindacale, su cui l’intesa è stata già fatta e sottoscritta, ma ora deve essere applicata e i nodi da sciogliere non sono pochi. Più facile invece la convergenza sulle misure per la ripresa: tutte e tre le sigle spingono per ridurre il peso del fisco sul lavoro dipendente e per rimettere mano alla riforma Fornero sulle pensioni così da anticipare le uscite senza grandi penalizzazioni sugli assegni. I sindacati sembrano intenzionati anche a dare una svolta alle politiche per il Sud, non escludendo azioni coraggiose pur di frenare la deriva. Comunque le buone intenzioni per un accordo comune ci sono tutte e c’è anche il nome della stanza, dove si sono riuniti in 24, a richiamare l’obiettivo: “Saletta unitaria”. Ribattezzata così da Barbagallo quando è stato eletto segretario. Fino a un anno fa, la sala era destinata alle riunioni della segreteria della Uil, ma poi è stato deciso di destinarla solo alle segreterie unitarie. Sullo sfondo c’è anche un manifesto che risale all’assemblea del 10 marzo 2004 e che riporta le scritte delle tre sigle sindacali con i colori delle tre bandiere e la frase “Costruiamo il futuro”. Cgil, Cisl è Uil chiedono così un incontro al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che commenta con queste parole: «Quando i grandi sindacati riflettono insieme su questioni rilevanti è un bene per il Paese. Poi, ovviamente, bisogna vedere la sostanza e il merito. Ci sono scadenze importanti, i contratti da rinnovare, il tema contrattazione, con un confronto già avviato fra gli stessi sindacati e la Confindustria, insomma materia su cui discutere e confrontarsi ce n’è molta. Ognuno per la propria parte». A questo punto, ora che i sindacati hanno aperto la “sala unitaria” bisogna vedere se il governo aprirà “la sala verde”