Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I geologi si dividono sulle tecniche usate per salvare l'arenile

Fonte: L'Unione Sarda
9 marzo 2009

Il seminario. Confronto



Il colpo di grazia alle spiagge del Poetto potrebbe essere arrivato negli anni Novanta, quando è stata costruita la scogliera artificiale alla base del Capo Sant'Elia. Quella barriera, di fatto, potrebbe aver bloccato l'unico rifornimento naturale di sabbia che arrivava sull'arenile, grazie alla continua erosione del promontorio. È quanto emerso nel secondo seminario di aggiornamento organizzato dall'Ordine dei Geologi della Sardegna, appuntamento ospitato nei giorni scorsi dalla facoltà di Scienze della Terra dell'Università. Un seminario durante il quale si è parlato di “ripascimenti costieri”, compreso il tanto discusso “caso Poetto”. Tra i relatori anche Salvatore Pistis, geologo della Provincia e direttore dei lavori di ripascimento, condannato in primo grado a tre anni per danneggiamento aggravato. Non una parola sul processo, bensì una lezione “a freddo” sulle tecniche di intervento per salvare spiagge ormai condannate. «La scogliera artificiale davanti a Capo Sant'Elia», taglia corto il geologo, «ha accelerato il fenomeno e condannato a morte l'arenile. Indispensabile, dunque, un intervento in extremis».
IL CASO Quello che per gli ambientalisti è stato un disastro e per la Procura un “danneggiamento aggravato” è stato analizzato nel seminario. «Non si trattava di un lifting», prosegue Pistis, «ma di un intervento salvavita, eseguito secondo gli standard previsti dalle norme. È stata ricostituita la spiaggia sommersa che era totalmente danneggiata: lo studio del 1990 aveva stabilito che al Poetto mancavano 2 milioni di metri cubi. L'unico modo per salvare una spiaggia che sta morendo è ricostituirne la parte sommersa». E ora? «Rispetto a luglio 2002», conclude Pistis, «si è creato uno strato di sabbia fine, molto più chiaro rispetto a quella prelevata».
LE TESI Lontani dalle polemiche e dalle aule del Tribunale, tra i geologi il dibattito su come salvare le spiagge (Poetto compreso) conta varie scuole di pensiero: chi punta sulla ricostruzione della morfologia dell'arenile, chi ritiene necessario trovare una sabbia quanto più simile a quella preesistente. Su questa linea Franco Fadda, presidente dell'Ordine dei Geologi della Sardegna. «Avremmo preferito non solo un intervento di protezione civile, finalizzato esclusivamente alla salvaguardia di strutture e infrastrutture», spiega, «è mancata una valutazione di impatto ambientale: magari con sabbie più simili alle precedenti, sarebbe stato possibile mantenere anche le caratteristiche originarie». ( fr. pi. )

07/03/2009