Beni identitari? Cantieri bloccati
L'Avvocatura: non si può cambiare il Ppr con accordi tra le parti
L'Avvocatura dello Stato avrebbe espresso parere negativo sulla copianificazione per modificare il Ppr.
Ci sono quasi cento cantieri bloccati a Cagliari, che rischiano di restare ancora chiusi. Perché sembra che l'Avvocatura dello Stato abbia confermato i dubbi sollevati dal soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici riguardo la possibilità di modificare il Piano paesaggistico regionale sui beni identitari, utilizzando lo strumento delle riunioni di copianificazione tra la Regione, il comune di Cagliari e la stessa Soprintendenza. In estrema sintesi, nel parere degli avvocati dello Stato si arriverebbe alla conclusione che non si può modificare il Ppr "alla buona", senza cioè tutti i passaggi tecnici (procedure lunghe e articolate) che sono servite per elaborare il Piano completo.
Se le indiscrezioni sul pronunciamento dell'Avvocatura saranno confermate, ovvero parere contrario sulla legittimità del procedimento attivato dalla Regione per la modifica della disciplina del Ppr sui beni identirari, resterebbe valido il blocco di 91 cantieri edili nel capoluogo. Blocco che deriva dalla rigida e poco chiara disciplina sui beni identitari contenuta nelle norme tecniche di attuazione del Ppr, che la Regione voleva modificare, appunto, attraverso le conferenze di copianificazione con il comune di Cagliari e la Soprintendenza.
I dubbi sulla correttezza del procedimento erano stati sollevati dal soprintendente, il quale, dopo le prime sedute, aveva dichiarato di voler «sospendere la propria partecipazione alle riunioni sul tema in questione», in attesa di conoscere il parere dell'Avvocatura dello Stato. Quell'ufficio si sarebbe espresso nel senso dell'impossibilità di procedere alla modifica del Ppr con la conferenza di servizi, essendo, invece, necessario seguire, per modificare la disciplina del Piano, la stessa procedura seguita per l'approvazione del Piano. Secondo l'Avvocatura, dunque, il Comune - d'intesa con la Regione e con la Soprintendenza - potrebbe soltanto provvedere «a un'analitica individuazione cartografica dei beni identitari». Insomma, nelle conferenze di copianificazione potrà solo essere aggiornato o modificato l'elenco dei beni, ma non si potrà modificare quella norma che vieta di realizzare nuovi edifici all'interno della fascia di 100 metri da un bene identitario.
LA GARA SISAR Potrebbe restare in piedi la gara per l'informatizzazione della sanità regionale. Dal palazzo del Tar della Sardegna non trapelano indiscrezioni, ma la sensazione delle parti è in questo senso, dopo la discussione nell'udienza di ieri davanti alla prima sezione (presidente Paolo Numerico, relatore Alessandro Maggio) del ricorso presentato dall'associazione temporanea di imprese (terza in graduatoria, capogruppo la società Reply) contro il provvedimento di aggiudicazione all'accoppiata Engineering-Telecom deciso dalla Regione nel settembre scorso. L'assessorato guidato da Nerina Dirindin, attraverso i suoi vertici amministrativi, aveva assegnato l'appalto per l'informatizzazione della sanità regionale, con un budget di circa 20 milioni di euro.
IL CONFRONTO Sono state due le questioni affrontate ieri in udienza dai legali delle parti. La prima: l'illegittimità della composizione della commissione, i cui componenti - secondo le imprese ricorrenti - non sarebbero stati in possesso della specifica competenza in materia informatica. La seconda: l'operato della commissione quando si è trattato di attribuire i punteggi alle società in gara. Secondo gli avvocati della Reply, il punteggio assegnato ai progetti non era supportato da motivazioni adeguate. Di parere opposto gli avvocati della Regione e delle società vincitrici, che hanno richiamato la più recente giurisprudenza amministrativa orientata nel senso della "sufficienza dell'attribuzione del punteggio meramente numerico" quando, come nel caso della gara Sisar, i criteri di valutazione delle offerte "fossero particolarmente dettagliati".
I giudici del Tar avrebbero seguito questo secondo orientamento, rigettando quindi il ricorso dell'associazione temporanea di imprese, favorendo la prosecuzione dell'esecuzione del contratto - stipulato da alcuni mesi - con le società Telecom ed Engineering. Le motivazioni della sentenza dovrebbero uscire entro un mese, a meno che il Tar non decida di emettere, entro una settimana, il dispositivo della decisione, nel quale sarebbe riportata soltanto l'indicazione dell'accoglimento o del rigetto del ricorso.
IL CASO GIRAU Un appalto tormentato, questo per l'informatizzazione della sanità regionale. Appena indetto e già in mezzo alle polemiche, con la revoca dell'incarico al direttore generale dell'assessorato della Sanità, Mariano Girau, seguita dalle sue accuse ai vertici dell'amministrazione regionale di averlo estromesso dalla presidenza della commissione giudicatrice.
ENRICO PILIA