Il cattivo giorno - come quello buono - purtroppo si vede dal mattino. Quello di ieri era chiaramente gravido di sofferenze per i passeggeri del malconcio ascensore tra il parcheggio Apcoa e Castello. Alle 10.50, per esempio, con una temperatura percepita di 33 gradi nove turisti sono sopravvissuti con qualche difficoltà al minuto in cabina. All'apertura delle porte, i primi due sono usciti sorreggendo una donna di mezza età sfatta dal micro viaggio. Chi ha avuto la sfortuna di essere lì, in attesa, è stato investito dall'aria umida e calda, una bolla tropicale che suggeriva anche ai più arditi di cercare un'altra strada.
L'alternativa è il lungo tragitto a piedi, con l'aggravante di un ritardo certo. E allora sia quel che sia, ci si tuffa dentro e si scende all'inferno, dove la temperatura di certo non è più alta. Via la camicia e che il Signore la mandi buona. Richiesta esaudita. Ma come finirebbe se nell'ascensore - con la ventola montata al contrario che sputa aria bollente all'interno - dovessero restare bloccati anziani o bambini?
Non puoi neanche convincerti che sia un'ipotesi remota. In Rete c'è l'elenco dei guasti nei tre impianti in meno di sei mesi: in media vanno in tilt ogni sei giorni. Anzi, quello del Bastione Saint Remy è bloccato da mesi. Dopotutto che fretta c'è?
Paolo Paolini