L'AREA METROPOLITANA.
Perché decolli manca ancora la legge regionale
Le banche si stanno preparando: grande mercato, infinite possibilità di investimento e sviluppo. Le quattordici Città metropolitane istituite il primo gennaio “rappresentano un'occasione unica soprattutto per i grandi e i piccoli centri”. La formula: condividere politiche e progetti - dai trasporti pubblici ai rifiuti - darà respiro e all'economia e slancio all'occupazione. Di questi aspetti hanno discusso l'altra mattina a Roma (Palazzo Madama) ministri, banchieri, sindaci, manager. C'erano anche Piero Fassino, presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani e il sindaco Massimo Zedda, anche nella sua veste di vicepresidente dell'Anci. «Le Città metropolitane esistano già», dice il sindaco: «I dati economici e i numeri riguardanti la popolazione confermano l'esistenza di realtà metropolitane».
RAPPORTI Quattordici in Italia: tra queste Cagliari. «Che si inserisce in un quadro di rapporti e relazioni di livello mondiale. Siamo cioè inseriti in dinamiche di confronti, relazioni e finanziamenti come altre Città metropolitane europee». Perché allora tanti musi lunghi e resistenze? Zedda: «Sfatiamo un mito. Non esiste il rischio di impoverire le altre parti della Regione. Il contrario: la Città metropolitana assicura una possibilità di crescita a tutto il resto dell'Isola». Come?
«Immaginiamo un'economia di innovazione tecnologica nel settore dell'agroalimentare: se gli acquisti vengono fatti nelle zone interne, facile ipotizzare un maggiore sviluppo per quei territori. Poi c'è il problema dello spopolamento, che si affronta non impedendo lo sviluppo delle città sarde ma garantendo la possibilità di crescita economica in relazione alle potenzialità esistenti nei territori. Guardiamo ai trasporti: se si può raggiungere Cagliari in modo veloce significa che un lavoratore, per esempio del Nuorese, può rientrare comodamente a casa. Servizi migliori consentono di svolgere da un lato un lavoro lontano dalla propria città o paese, dall'altro di non spopolare i territori dove si vive».
SERVIZI I vantaggi per chi già risiede nella Città metropolitana? «Nei servizi. Si pensi al trasporto pubblico, non più disegnato solo per Cagliari e Quartu ma per tutti i comuni dell'area che comprende 421 mila abitanti. Il Ctm potrebbe ridurre i costi garantendo più efficienza nel trasporto». Capitolo rifiuti: «Un unico sistema di raccolta differenziata potrebbe favorire più occupazione per le imprese che raccolgono e riciclano i rifiuti riciclabili». Perché, di fronte a questi vantaggi, la Città metropolitana non decolla? Zedda: «Manca la legge regionale. C'è una discussione in corso».
L'ECONOMIA La legge nazionale indica che la dimensione della Città metropolitana deve essere come la vecchia provincia. «È la base di partenza». L'incontro a Palazzo Madama (c'erano rappresentanti di Confindustria, Assolombarda, Fondo italiano di investimento, Autostrade per l'Italia, Ibm, Vodafon, Terna, Google, Assicurazioni Generali, Enel) è stato preceduto da un tavolo tecnico con sindacati, Ance e Legambiente: tutti hanno sollecitato l'attivazione delle Città metropolitane. «A Roma», chiarisce Zedda, «si è discusso di investimenti, tenuto conto che chi ha organizzato, Intesa Sanpaolo, percepisce che lo sviluppo può essere attivato dai Comuni perché sono questi che sbloccano le risorse. Pensiamo a Cagliari: solo l'anno scorso abbiamo bandito 200 milioni di euro per lavori pubblici. Teniamolo a mente: chi lavora diventa utente e consumatore, apre il conto in banca». Premessa per la ripresa.
Pietro Picciau