Calano sensibilmente gli scontri con feriti: il merito è anche delle rotatorie
L'arteria di scorrimento si conferma la più pericolosa
Un consiglio, per iniziare: se possibile, è meglio evitare di percorrere l'asse mediano in un lunedì o martedì di ottobre tra le 12 e le 15. Perché, stando ai dati elaborati dalla polizia municipale cagliaritana, percorrere l'arteria in quei momenti aumenta a dismisura il rischio di incidenti. I numeri non lasciano alcun dubbio: anche nel 2014 la strada che circonda la città è quella nella quale si registrano il maggior numero di incidenti con feriti (sono stati 49, quasi uno a settimana).
LE STRADE E le cifre dicono anche un'altra indiscutibile realtà: le strade più larghe sono anche quelle più pericolose. Non a caso, in questa poco onorevole classifica, dopo l'asse mediano ci sono viale Marconi (42), viale Monastir (40), via Is Mirrionis (31), viale Diaz (28), via Cadello (26) e via Roma (23). La soluzione sembra, dunque, semplice: restringere le carreggiate. «Proprio quello che abbiamo fatto», interviene l'assessore comunale alla Viabilità Mauro Coni, «in alcune arterie. Non è un caso che in via Sonnino gli incidenti si siano ridotti del 32 per cento e in via Dante del 23». Le tanto discusse piste ciclabili, spiega Coni, non servivano tanto a soddisfare le esigenze dei clienti quanto a ridurre le carreggiate. «Mica è una mia invenzione: tanti studi dimostrano che dove ci sono doppie corsie la velocità aumenta».
GLI INTERVENTI Anche la creazione delle rotonde (e neanche qui le critiche sono mancate) punta proprio a rallentare le auto e a evitare scontri frontali. I risultati, stando ai numeri, si vedono: dai 1.084 incidenti con feriti del 2006 si è scesi, addirittura, ai 571 dello scorso anno (e nel 2013 erano stati appena 538). Possibile calare ulteriormente? Un efficiente sistema di trasporto pubblico ridurrebbe ulteriormente il numero. «Ogni giorno in città entrano circa 170 mila auto, il 55 per cento degli incidenti ha come protagonisti non residenti». Interventi importanti. Ma, intanto, meglio non mettersi alla guida nei lunedi o martedì (230 incidenti) di ottobre (151) tra le 12 e le 15 (162): si sfiderebbe troppo la sorte.
Marcello Cocco
L'INTERVISTA. Il comandante della polizia municipale diventa “scienziato del traffico”
Delogu: «Senza incroci a raso strade più sicure»
Bei tempi (forse) quelli in cui il comandante della polizia municipale doveva occuparsi, quasi esclusivamente, di organizzare il servizio. Ora, deve essere soprattutto uno “scienziato del traffico”. Insieme agli amministratori, analizza i dati e cerca le soluzioni quando si presenta un problema. «Non preoccupano», spiega il comandante dei vigili urbani cagliaritani Mario Delogu, «per esempio, quella quarantina di incidenti in più rispetto all'anno scorso. Gli incidenti più gravi sono i frontali sinistrorsi: grazie alle rotonde che tolgono gli incroci a raso, questi diminuiscono molto. Certo, le auto si scontrano anche in quegli incroci ma, visto che vanno tutte nello stesso senso di marcia, a velocità decisamente limitata, le conseguenze sono molto meno gravi».
Le statistiche sono sempre aggiornate proprio per capire dove sono le emergenze. «Quando, per fare un altro esempio, ci rendiamo conto che la situazione in qualche attraversamento pedonale sta diventando preoccupante, proponiamo interventi, come l'aumento della visibilità delle strisce, una diversa colorazione, le segnalazioni luminose di preavviso».
Un lavoro che, giocoforza, non si interrompe mai. Quando, nell'ufficio dell'assessore alla Viabilità Mauro Coni, viene segnalato l'ennesimo incidente nell'incrocio tra via Curie e via Corsica, parte immediatamente la riflessione per cercare la soluzione. Una rotonda? Difficile (e costosa) da realizzare. Non resta che trovare un'altra risposta: trasformare almeno la parte finale di via Corsica in strada a senso unico? L'idea potrebbe funzionare.
Certo, sarebbe molto meglio che i cittadini cominciassero a usare l'auto con maggior parsimonia, puntando maggioramente sul trasporto pubblico e sulle biciclette. «Già sta accadendo ma per vedere i risultati di questi cambiamenti e per poterli valutare concretamente occorrerà attendere una decina d'anni». ( mar.co. )