Tante persone e nessuna protesta al corteo di sabato pomeriggio
Un'immagine rimbalzava, ieri, nei social network: una donna anziana, affacciata da un balcone di viale Diaz, ballava divertita al ritmo della musica diffusa dai carri del “Sardegna pride”. Un'immagine emblematica. La testimonianza simbolica del fatto che la città ha accolto favorevolmente il corteo: la “guerra dei numeri”, quella che in ogni manifestazione scoppia tra Questura e organizzatori, questa volta, non ha alcuna ragion d'essere. Conta poco che, dicono i funzionari delle forze dell'ordine, le persone che hanno iniziato la sfilata fossero cinquemila. E conta poco anche il numero, dodicimila (ma c'è chi, come la pagina Facebook di Arc, è arrivato a parlare di ventimila), annunciato dai carri del “pride”. Molto più importante il modo in cui ha reagito la città: il centro storico è rimasto bloccato per un'intera serata. In tanti si sono rassegnati, sono scesi dalle auto ferme e hanno osservato, spesso applaudendo, il corteo. Nessun clacson, nessuna protesta rumorosa. «La gente», afferma Silvia De Simone, referente regionale delle Famiglie arcobaleno, «è molto più avanti della politica».
Ma, davvero, era difficile prendersela. Quel “ballu tundu”, con tanto di suono di fisarmonica, ballato sotto la bandiera arcobaleno è una delle immagini divertenti del “pride” di sabato. D'altronde, un corteo con tanti bambini, con tanta gente sorridente a chi poteva far paura? «Grazie», scrive nella pagina Facebook dell'evento “Alessandra, etero, psicologa”, «perché eravamo circondati d'amore». ( mar.co. )