Rassegna Stampa

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Verso le elezioni: "Il centrodestra cambi pelle e punti alle primarie"

Fonte: web Castedduonline.it
30 giugno 2015

 


La riflessione dell’esponente di centrodestra Giandomenico Sabiu a meno di un anno dalle elezioni comunali a Cagliari


Autore: Redazione Casteddu Online il 29/06/2015 15:13

 

 

di Giandomenico Sabiu

Vorrei partire da un concetto semplice, ma che riassume e fotografa la situazione di malcontento che serpeggia tra i cittadini della nostra città.  Si vive alla giornata, con una amministrazione immersa nel quotidiano, nelle piccole questioni legate, quando va bene, alla realizzazione di una rotonda, al miglioramento di una piazza o di un marciapiede. Ma così non si va da nessuna parte.  Come ormai in molte altre città, si sta allargando sempre di più la divaricazione, ormai un abisso, tra cittadini e istituzioni. I cittadini si sentono “traditi” da un’amministrazione pubblica che ti cerca solo per pagare le tasse e “vessarti” di burocrazia, ma non è in grado, né di offrirti i servizi essenziali, né tanto meno di coinvolgerti in un disegno di sviluppo, lavoro, serenità e benessere.


 


Ciò che si percepisce in tutta evidenza è l’assenza di una strategia, di una visione di prospettiva che coinvolga e faccia sentire i cagliaritani partecipi di un grande progetto di rilancio in chiave internazionale che una città importante come Cagliari merita. Esiste una differenza fondamentale tra l’inseguire le emergenze quotidiane e l’attuare, giorno per giorno, una strategia frutto di una visione della città di Cagliari di ampio respiro per il futuro. Noi siamo convinti di avere questa visione. Chi oggi governa Cagliari no. E’ proprio la mancanza di questo disegno strategico, l’incapacità dell’attuale classe politica di ragionare per grandi progetti (che contengono anche quelli più piccoli) che sta determinando la progressiva disaffezione e l’allontanamento dei cittadini dalla cosa pubblica: il crescente astensionismo, manifestatosi anche nelle ultime consultazioni amministrative, né è una chiara riprova.

Pur essendo l’astensionismo un importante indicatore dello stato di malcontento e disappunto dei cittadini nei confronti della classe politica, resta però solo una forma di protesta che non risolve alcun problema. Anzi lo aggrava, perché rischia di consegnare il governo della città a minoranze sempre più piccole, espressione proprio di quei pochi partiti strutturati interessati solo a perpetuare lo status quo e le loro posizioni di potere. Questo non è accettabile: dalla protesta dobbiamo passare alla proposta. Una nuova proposta. Fatte di cose semplici e comprensibili per i cittadini. Eccone una sintesi.

Primo: ripartiamo proprio dai Comuni, l’istituzione più vicina ai cittadini ed ai loro bisogni/aspettative. Secondo: ripartiamo da un concetto chiaro e da una regola irrinunciabile in democrazia e cioè che sono i cittadini che scelgono da chi essere governati per realizzare i progetti in cui credono. Terzo: per consentire ai cittadini di scegliere da chi essere governati, non devono essere i partiti a scegliere i candidati Sindaco, ma sono i cittadini che li scelgono attraverso le primarie. Quarto: attraverso le primarie si aprono spazi di confronto politico che vanno oltre i partiti tradizionali e coinvolgono le espressioni più autentiche del territorio, dei quartieri, delle arti, dei mestieri, delle professioni, in altre parole, dei temi prioritari di chi vive quotidianamente la città. Quinto: questa esigenza è oggi particolarmente importante per le forze di centro-destra che se vogliono essere competitive non possono continuare a dire che “solo uniti si vince”, ma devono cominciare a dire quali siano le nuove basi per ricostruire le ragioni dell’unità e fra queste assume un ruolo decisivo la capacità di costruire legami forti con le molteplici espressioni della società civile, partendo proprio dai Comuni (uniti per unire). Sesto: con le primarie si confrontano non solo persone, ma soprattutto i programmi o meglio le visioni strategiche di città dei singoli pretendenti, per consentire ai cittadini di ricondurre le proprie aspettative ed i progetti in cui credono entro quelle visioni che, grazie proprio alle primarie, vengono portare al confronto. Settimo: le primarie diventano, quindi, un momento essenziale di confronto e di partecipazione: il luogo ideale per ricucire gli strappi fra cittadini-società civile e politica. Ottavo: solo con le primarie sarà possibile restituire ai cittadini-società civile il potere di scelta degli uomini che potranno andare a governare e dei contenuti essenziali da inserire nei programmi di governo. Sono queste le premesse essenziali da cui sono partito per ri-decidere oggi di affrontare la sfida per diventare Sindaco di Cagliari. Ri-decidere oggi, perché la stessa decisione la presi circa 10 anni fa quando già si intuivano le prime crepe nel sistema dei rapporti cittadino-istituzioni. Forse allora era troppo presto. Ma fui l’unica voce che ebbe il coraggio di sfidare il sistema di potere, sia di destra, che di sinistra, offrendo ai cagliaritani una proposta che mancava, una proposta completamente nuova che apriva alla società civile con un insieme di liste civiche ed un programma originale che dava spazio ai cittadini. Le motivazione di fondo sono quindi le stesse di allora, ma oggi la situazione ed il contesto politico sono molto diversi. Ferme le ragioni di fondo, oggi serve ridare ai cagliaritani un riferimento preciso per chi si è sempre riconosciuto alternativo alle forze della sinistra. Le primarie del centro-destra diventano essenziali, come ho detto, non solo per ricostruire le ragioni dell’unità fra le forze politiche, ma soprattutto per ricostruire un legame forte con i cittadini e la società civile, con quella comunità di cagliaritani che oggi sono scontenti per come la città è amministrata, ma sono disillusi e demotivati per la litigiosità e l’incapacità della classe politica di centro-destra di costruire una credibile alternativa. Sono cittadini che hanno capito che non basta solo protestare o astenersi. Aspettano però una novità dalla politica, aspettano una nuova offerta politica, non la solita “minestra riscaldata” o peggio “scelte calate dall’alto”.

Noi chiediamo le primarie per dare voce a queste istanze. Noi pretendiamo che il centro- destra muti pelle, abbandoni i personalismi di vecchi attori che hanno già fatto il loro corso, apra le finestre ed esca dal palazzo, rifiuti soluzioni imposte dall’alto e ritorni fra la gente, dimostrando di saper ascoltare realmente tutti quei cagliaritani che vogliono partecipare, e si sentirebbero orgogliosi di esserci, alla sfida finalizzata a governare la città nei prossimi anni.

Passi successivi. Nei prossimi giorni avvieremo un confronto più legato ai contenuti della nostra proposta che conterrà i punti chiave per la costruzione del programma imperniato intorno a questi ragionamenti: ascoltare e valorizzare le idee di chi vive la città; proporre la nostra visione di città;  condividere le priorità e i punti chiave del piano per realizzarla; individuare le risorse;  definire la nuova organizzazione comunale (macchina amministrativa) adeguata al compito.