Presentato dalla Regione il progetto di 2.700 chilometri finanziato con 8 milioni. Sarà pronto nel 2019
CAGLIARI Da altre parti con il cicloturismo hanno fatto fortuna. In Sardegna c’è ancora molto da fare per agganciare quei flussi, soprattutto europei, che continuano a crescere di anno in anno nelle classifiche del turismo intelligente. La svolta dovrebbe arrivare con il finanziamento da 8 milioni della Regione all’Arst per tracciare due dorsali e rendere così possibile il giro dell’isola in bicicletta. Due dorsali. La prima sarà di 1.220 chilometri (590 sul versante orientale, 650 in quello orientale) ed entro il 2019 dovrà collegare le principali località turistiche. Il progetto prevede anche una dorsale centrale di 295 chilometri fra Cagliari e Sassari, parallela alla Carlo Felice. Alla fine la rete ciclabile però sarà lunga oltre 2.700 chilometri tra ferrovie dismesse, piste, canali irrigui e altri percorsi già esistenti. I vantaggi. Detto che la Sardegna ha molto da recuperare in questo settore, è stato Italo Meloni del Centro di ricerca sulla mobilità a ribadire: «Il cicloturismo vale il 6 per cento del movimento, è un fenomeno in grande espansione e nel 2012 in Europa ha generato un giro d’affari idi 44 miliardi». La Sardegna ha molti punti di forza per attirare i cicloturisti, dal clima al buon rapporto qualità/ prezzo nell’offerta ricettiva, ma allo stesso tempo deve essere capace di superare i suoi punti di debolezza. A cominciare dall’integrazione fra i mezzi di trasporto locale sin dallo sbarco nei porti e negli aeroporti, per poi passare a «una rete capillare capace di soddisfare qualunque esigenza anche tecnica di chi pratica il cicloturismo. Il progetto delle due dorsali prevede ognuno di questi passaggi per far si che la Sardegna diventi davvero in «pochi anni la meta ideale per chi crede e vorrebbe un turismo davvero sostenibile da vivere in sella a una bicicletta. L’investimento. È stato voluto dall’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, sarà finanziato con una parte del mutuo da 700 milioni per le infrastrutture ed è di quelli importanti se messo a confronto con quanto il Governo ha stanziato per le piste ciclabili nazionali, intorno ai 15 milioni. Il presidente Francesco Pigliaru ha detto: «In questo progetto crediamo moltissimo, perché puntiamo a far diventare la Sardegna il luogo ideale per un turismo sostenibile, sempre più staccato dal’alta stagione, diffuso sul territorio e con cui diamo anche un altro segnale importante: in Sardegna l’ospite può venire senza avere per forza l’auto al seguito». Nel presentare il progetto delle due dorsali, l’assessore Maninchedda ha detto: «Vogliamo che l’Arst e l’Università lavorino insieme per la progettazione, ma sarà anche indispensabile coinvolgere anche la base, associazioni regionali e albergatori, perché sia un prodotto affidabile e di successo». Il mercato pretende l’alta qualità ed è stato questo il concetto ribadito dall’assessore al Turismo Francesco Morandi: «L’obiettivo è trasmettere un’immagine della Sardegna oltre i soliti standard: cultura e qualità della vita sono le attrazioni su sui dobbiamo puntare». Per poi annunciare che l’anno prossimo la Regione chiederà al ministero di «promuovere il 2016 come un’unica e grande stagione per valorizzare cammini, ippovie e ciclovie».