I sindacati e la Regione cercano il sistema per rinnovare i quasi 100 contratti interinali scaduti oggi
Dal 2015 tutte sforeranno il patto di stabilità. Erriu: puntiamo ad approvare la riforma entro il 2015
di Luca Rojch
CAGLIARI L’equazione impossibile. L’assessore agli enti locali Cristiano Erriu deve sfoderare doti da matematico dell’improbabile. Trovare la soluzione al rompicapo Province prima di venire travolto dall’anarchia istituzionale. Il caos. In teoria le Province non dovrebbero esistere più. La legge regionale che le cancella e le sostituisce con le Unioni dei comuni arranca pigra tra il Consiglio e le commissioni. Per ora gli enti fantasma continuano a sopravvivere. Anche perché la Costituzione ne prevede l’esistenza. Dovrebbero essere uccisi per una sorta di asfissia contabile. Lo Stato non dà più soldi. Anzi dalle Province sarde nel 2015 porterà via un miliardo. Loro a un passo dal collasso finanziario sforeranno tutte il patto di stabilità. Gli oltre 2mila dipendenti dovrebbero sparire come per una sorta di incantesimo. O essere assorbiti da Regione e Unioni dei comuni, che per legge non possono aumentare il loro personale. I dipendenti. Il primo allarme è per i lavoratori atipici. Quelli che hanno un contratto interinale. Sono 95 e rischiano da domani di non avere più lavoro e stipendio. «In queste settimane abbiamo parlato a lungo con l’assessore Erriu che ha lavorato per trovare una soluzione – spiega il segretario Cisl Ignazio Ganga –. La loro è la situazione più complessa, ma pensiamo agli altri dipendenti delle Province sarde. Da quelli a tempo indeterminato a quelli delle società in house. Abbiamo rassicurazioni che nessuno di loro perderà il posto di lavoro». E anche l’assessore Erriu dà conferma. «Abbiamo previsto che nessuno dei dipendenti perderà il proprio posto. Saranno assorbiti da Regione, Comuni e unione dei comuni. In queste ore lavoriamo per risolvere l’emergenza precari. Ma tutto l’aspetto contabile delle Province è complicato. Ci siamo attivati per garantire il mantenimento di tutti i posti di lavoro». Sforamento del patto. La situazione economica delle Province è vicina al collasso. Nel 2015 tutte sforeranno il patto di stabilità. Condizione indispensabile per pagare stipendi e svolgere le funzioni essenziali. «Lo sforamento per legge rende impossibile confermare i contratti a termine – spiega Erriu –. Questo comporta ulteriori difficoltà. Per ora pensiamo a trovare coperture per il 2015». Gli oltre 2mila dipendenti ogni giorno consentono alla macchina di occuparsi di strade, scuole, e di altre 146 competenze. Il numero non è inventato, ma stabilito da una commissione il cui compito è dire di cosa si occupa l’inutile ente che deve sparire. L’elenco è arrivato a 146. Tutti compiti che dovranno essere spalmati tra Regione, Comuni e futuri enti intermedi. Il pasticciaccio. In realtà Erriu cerca di risolvere un caos ereditato. Le Province cancellate solo sulla carta. Di fatto ancora indispensabili. E il contorto percorso di riforma regionale che si è intrecciato con quello nazionale dettato dalla legge Delrio. Erriu deve far coincidere questi due testi. Nello stesso tempo salvare i posti di lavoro ed evitare l’anarchia istituzionale. Il rischio immediato è per i 95 lavoratori con contratto atipico. Ma la partita è più complessa. A rischio ci sono anche i quasi 500 lavoratori delle società in house delle Province. Anche il loro destino è incerto. In tutti gli enti intermedi dell’isola la situazione economica è al collasso. In realtà le risorse consentiranno di arrivare alla fine dell’anno. Questo solo grazie a una trasfusione di euro dalla Regione. 15 milioni per essere precisi, soldi che devono essere versati per compensare tagli e sanzioni perché tre Province hanno sforato il patto di stabilità nel 2015. Il rompicapo. Per tutti la situazione è complicatissima. «La Regione si è dovuta fare carico di coprire i mancati trasferimenti dal Governo – spiega l’assessore Cristiano Erriu –. Anche perché lo Stato non solo non dà più risorse, ma dal 2015 porta via i fondi». Il prelievo forzoso. Da quest’anno va via dalle casse delle Province sarde un miliardo di euro. I soldi della quota dell’assicurazione che tutti i cittadini pagano. Nel 2016 il prelievo salirà a 2 miliardi, per arrivare a 3 nel 2017. Impossibile pensare si sostenere un costo simile. Ma il pasticcio di questa riforma a metà è nell’impossibilità di fatto di cancellare tutte le Province. Le quattro storiche, non possono essere abrogate con una legge regionale. La legge. La soluzione potrebbe arrivare dalla legge di riforma. Ma deve superare il primo ostacolo, la prova dell’aula. «Spero che prima della pausa estiva possa essere approvata – confida Erriu –. Sarebbe un grande passo avanti. Per ora cerchiamo di superare l’emergenza dipendenti di queste settimane».