«Questa è l'Italia. Ci hanno portato via la casa, lasciandoci la proprietà del giardino». Seduti sulla panchina, all'ombra di un albero e davanti ai sigilli nella loro villetta, Lazzarino Porcu e la moglie Joanne Woolgar accarezzano il loro cane. «Dopo lo sgombero lo abbiamo subito ripreso dal canile».
La coppia ha trascorso la notte da parenti. «Il Comune ci ha proposto un letto alla Caritas, separandoci. Siamo una famiglia, non abbiamo potuto accettare». I due cercano una sistemazione «dignitosa». In tanti a Medau Su Cramu si sono mobiliati. «Siamo frastornati dall'incredibile affetto e solidarietà. Ringraziamo tutti».
In via del Sale, dopo lo sfratto con l'utilizzo di ottanta uomini delle forze dell'ordine, la famiglia Porcu non crede ancora di essere senza casa. «Martedì ci siamo svegliati e fuori c'era un esercito di poliziotti e carabinieri. Ci hanno trattato come criminali pericolosi. Ora le nostre case, perché le consideriamo sempre le nostre case, sono presidiate da una guardia giurata. Quanto è costato tutto questo ai cittadini?»
Lazzarino Porcu non capisce la fretta di effettuare lo sgombero: «Il 14 luglio il Consiglio di Stato si pronuncerà sul nostro ricorso. Perché non aspettare tre settimane dopo aver chiuso gli occhi per trent'anni?» «Noi abusivi? Paghiamo le tasse, siamo su una nostra proprietà, acquistata da nostro padre. Abbiamo sanato tutto, il Comune non ha mai risposto. Un errore? Sì, quello di non esserci difesi bene». L'idea di andare via dall'Italia c'è: «Ma aspettiamo. Abbiamo ancora una speranza di salvare la nostra casa».
Matteo Vercelli