Lui: «Nominerò un delegato». E sul passivo di bilancio tira in ballo Mauro Meli
Non sarà più il sindaco Massimo Zedda a presiedere la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Lo ha annunciato lui stesso, ieri pomeriggio, in Consiglio comunale: «Ho intenzione di nominare un presidente», ha spiegato.
Zedda ha presentato l'iniziativa come sua, motivandola con ragioni di opportunità, anche «legate alla campagna elettorale», e rivendicando di essere stato lui a chiedere all'allora ministro della Cultura Bray «che fosse inserita la possibilità di delega nella legge» sulle Fondazioni liriche. In realtà, al sindaco è stato notificato un provvedimento interdittivo, misura cautelare decisa dal gip su richiesta del pm Giangiacomo Pilia, titolare di due inchieste: una è quella che ha portato Zedda a processo per la nomina dell'ex sovrintendente Marcella Crivellenti e la revoca del consigliere Giorgio Baggiani, l'altra (ancora in corso, unico indagato ancora il sindaco) riguarda presunti abusi d'ufficio commessi dopo la decadenza, a fine 2013, della Crivellenti.
La bomba esplode all'indomani dell'approvazione del bilancio consuntivo 2014, chiuso con un passivo di oltre 5,3 milioni di euro e approvato col voto contrario di due componenti su cinque del Consiglio d'indirizzo. Lunedì uno dei contrari, Tore Cherchi, esponente del Pd che nella Fondazione rappresenta il ministero per i Beni culturali, ha diffuso un comunicato stampa in cui prende le distanze dal bilancio e ne contesta l'impostazione, evidenziando che gran parte del passivo è dovuta a «poste di bilancio tutte riconducibili a fatti precedenti il 2014».
Una tesi cui ieri, in aula consiliare, il sindaco ha replicato rispondendo a un'interrogazione presentata dal capogruppo del Pdl, Giuseppe Farris. «Già a partire dal 2011 è emersa nei conti del Lirico una serie di crediti dubbia esigibilità», ha detto, ricordando che da allora, soprattutto quando direttore amministrativo della Fondazione era l'attuale consigliere Alessio Loi (nominato dalla Regione), è cominciata un'opera di “bonifica” del bilancio da poste ritenute mal imputate. Fra queste, anche il credito da 2,3 milioni nei confronti della Regione per un vecchio Por: un credito a favore dell'eleggibilità del quale c'è una sentenza del Tar ma che, ha ribadito il sindaco, si è rivelato inesigibile. Tuttavia, il sindaco ha sottolineato con forza che, dei 5,3 milioni di passivo, 1,3 sono da considerarsi «un buco creato nel 2014, riconducibile alla gestione 2014, che non c'entra nulla i crediti precedenti». Un buco, quindi, che Zedda imputa all'ex sovrintendente Mauro Meli: per impedire la nomina del quale, tre anni fa, il sindaco pescò al di fuori della rosa dei candidati il nome di Marcella Crivellenti.
Marco Noce