San Michele. Lo stop dopo un'ispezione: costi alle stelle per andare a Livorno
Niente cremazioni, salme in trasferta
Forno chiuso dai carabinieri, emergenza in Sardegna
Oggi si terrà un incontro tra Comune, Provincia e Regione per risolvere il problema.
Da un mese in Sardegna non è possibile cremare le salme. L'unico forno dell'Isola, quello del cimitero di San Michele, è stato chiuso cautelativamente perché secondo le nuove norme comunitarie inquinerebbe l'aria. Così, per non tradire le volontà del defunto, affidate a un parente o scritte in un testamento, i sardi non hanno alternative: devono sborsare tra i cinquecento e i mille euro per far trasportare da un'agenzia funeraria la salma Livorno e farsi riportare le ceneri del familiare.
FORNO CHIUSO L'emergenza è iniziata da un mese. Da quando cioè il forno del cimitero di San Michele è stato chiuso. Una decisione presa dal Comune dopo che i carabinieri del Noe (il corpo per la tutela dell'ambiente) avevano dichiarato fuori norma l'autorizzazione che la Regione aveva rilasciato parecchi anni fa. Il documento attesta la conformità dell'impianto nell'emissione dei fumi. Ma negli ultimi anni la normativa europea è cambiata e il forno non sarebbe più a norma. Per questo l'amministrazione comunale ha chiesto a un'azienda specializzata di verificare se l'attuale emissione di fumi del forno è conforme alle ultime disposizioni di leggi per poter così ottenere una nuova autorizzazione. Rappresentanti di Comune, Provincia (che da quest'anno ha la competenza in materia) e Regione si ritroveranno stasera per discutere del problema.
VIAGGIO A LIVORNO Ai sardi intanto non resta che spendere di più e far cremare le salme dei loro familiari a Livorno. È questa l'unica soluzione che possono proporre le agenzie funebri. Tra carro funebre, cassa mortuaria, personale, biglietto del traghetto Olbia-Livorno e cremazione la spesa oscilla tra i 1000 e i 1500 euro. «A questo», ricorda Giovanni Meloni dell'omonima agenzia, «i familiari del defunto devono aggiungere la spesa per il loro trasporto fino a Livorno e per tornare a casa con le ceneri». La scelta non è casuale: «La città toscana, tra quelle che hanno il forno crematorio, è la meglio collegata via mare con la Sardegna», sottolinea Antonio Pani dell'agenzia Pani, «ma soprattutto l'impianto effettua l'operazione di cremazione in due ore permettendoci di riprendere il traghetto il giorno stesso dell'arrivo».
L'INCREMENTO Peraltro sono sempre di più le persone che scelgono la cremazione. «Rispetto a due anni fa», conferma Meloni, «abbiamo registrato un incremento del 30 per cento». Anche dall'agenzia Pani evidenziano l'aumento: «È un rito che sta prendendo piede anche in Sardegna». Dagli ultimi dati, nel 2001 erano state effettuate 90 cremazioni, nel 2005 si era arrivati a 205. L'anno scorso la media era di una cremazione al giorno. «Molti», sottolinea Meloni, «lo fanno per avere le ceneri del familiare in casa. Altri perché costa meno. Anche se la differenza di prezzo rispetto alla sepoltura si sta assottigliando. Questione di mercato: sale la domanda, aumenta il prezzo. Infatti con la chiusura del forno si è praticamente azzerata».
NUOVO PROGETTO «La priorità», spiega Gianni Giagoni, assessore della Pianificazione ai servizi, «è riaprire il forno in tempi rapidi. Non possiamo permettere che i sardi restino senza un servizio così importante. Abbiamo comunque pronto un progetto e i soldi, 545 mila euro, per la realizzazione di un nuovo impianto. Potrà effettuare fino a quattro cremazioni al giorno». Accorciare i tempi è l'imperativo del presidente della commissione Pianificazione dei servizi, Edoardo Tocco: «Dobbiamo mobilitarci per garantire che la volontà dei defunti e delle loro famiglie venga rispettata. Come commissione ci impegneremo per cercare di far riaprire il forno il prima possibile: non è ammissibile che i sardi siano costretti a varcare il Tirreno per ricevere un servizio sempre più richiesto».
MATTEO VERCELLI