Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La città celebra i suoi miti

Fonte: L'Unione Sarda
15 giugno 2015


Tanti ex rossoblù per l'inaugurazione di “viale Campioni d'Italia 1970”

 

Gigi Riva: è la prova ufficiale di un'impresa incredibile



 

«Ora c'è la prova: abbiamo fatto qualcosa di incredibile». È emozionato Gigi Riva quando viene scoperta la targa “Arburada, viale Campioni d'Italia 1970”: la strada che costeggia lo stadio Amsicora, proprio il teatro dell'epica impresa sportiva, da ieri è ufficialmente intitolata a quella squadra. Il “battesimo” è stato officiato dal sindaco Massimo Zedda, accompagnato dagli assessori Paolo Frau, Yuri Marcialis e Mauro Coni e da Ferdinando Secchi, il consigliere comunale che si è battuto fortemente per questa intitolazione.
I PROTAGONISTI Ma, davanti alla stazione dei vigili urbani dove si è svolta la cerimonia, ci sono, soprattutto, tanti tifosi e i protagonisti di quell'impresa. Non solo quelli che hanno acquisito il “passaporto” cagliaritano, Ricciotti Greatti, Beppe Tomasini, Cesare Poli, Adriano Reginato e Mario Brugnera («Ero venuto 50 anni fa per fare una passeggiata», scherza l'ex centrocampista, «e non sono più andato via»); con loro anche Renato Copparoni che, a 17 anni, fu il quarto portiere di quella squadra. Sono arrivati dalla Penisola anche Enrico Albertosi e Angelo Domenghini. «È ufficiale», dice commosso l'ex ala destra, «saremo ricordati dai nostri nipoti e dai nipoti dei nostri nipoti». Una festa alla quale partecipano anche i parenti di quei protagonisti che non ci sono più, da Stefano, figlio dell'ex vicepresidente Andrea Arrica, a Marcello Zignoli, fratello dell'ex difensore Giulio. «Se continuo a parlare, inizio a piangere. Domani, andrò in cimitero a raccontare tutto a mio marito Mario», sospira Gianna Martiradonna.
LA CERIMONIA L'appuntamento è fissato per le 16,30 ma mezz'ora prima sono già tanti i tifosi arrivati nei pressi dell'Amsicora. E non sono quelli che, 45 anni fa, hanno applaudito all'impresa dagli spalti del vecchio stadio: tra loro tanti bambini che già vivono nel mito di Gigi Riva e di quella squadra. I cacciatori di autografi (e di selfie) sono scatenati. E, almeno per un po', dimenticano la cocente delusione per la retrocessione in serie B. Anche il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, al suo arrivo, ottiene una razione d'applausi. «Mi inorgoglisce», afferma, «il fatto di essere, in questa occasione, il massimo rappresentante della società. Quella squadra merita questi e altri riconoscimenti».
I DISCORSI Tra una stretta di mano e una foto, i protagonisti della cerimonia riescono a raggiungere con fatica il podio volante per i discorsi ufficiali. Il sindaco Zedda annuncia l'intenzione di intitolare i percorsi del futuro parco di Sant'Elia («Nei giorni scorsi», annuncia, «abbiamo firmato con il governo un accordo da 111 milioni di euro che ci consentirà, tra le altre, la realizzazione di quest'opera») proprio ai giocatori di quella squadra. E Giulini svela l'emozione del suo primo giorno nella sede della Lega dove sono esposti tutti gli scudetti. «Non sono mica tanti i colleghi che condividono questo traguardo». Inizialmente, i giocatori avevano incaricato Gigi Riva di fare da portavoce. Alla fine, parlano tutti. Sottolineando, come fa Tomasini, l'orgoglio di una “sardità” non più acquisita ma parte integrante della loro vita. E ricordando anche chi, come Nenè, non è potuto essere presente per motivi di salute. Assenti giustificati anche alcuni giocatori che risiedono nella Penisola: Cera, Niccolai, Gori, Mancin e Nastasio hanno inviato un messaggio. «Avrebbero voluto essere qui per questa rimpatriata», racconta Poli.
LA PIAZZA Dopo i discorsi, la scopertura (difficoltosa) della targa. E lo spostamento nel piazzale davanti all'Amsicora dove viene inaugurata un'altra targa, con lo scudetto e i nomi di tutti i protagonisti, compresi quelli di dirigenti e massaggiatori («Perché», spiega Zedda, «tutti facevano parte della stessa squadra»). È un pomeriggio di superlavoro per i vigili urbani, impegnati a gestire i pedoni che attraversano la rotatoria. Perché l'ultimo momento della cerimonia è nella parte finale di via Cagna dove avviene l'inaugurazione anche di piazza Manlio Scopigno.
Marcello Cocco