Il Tar aveva assegnato l'appalto alla ditta concorrente, ora si passerà al porta a porta
Il Consiglio di Stato ribalta l'esito della gara: fuori la Gesenu
La partenza del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta si avvicina. Anche l'ostacolo giudiziario da ieri è superato: il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza pronunciata dal Tar e assegnato definitivamente la gara alla società De Vizia, che già lo aveva in via provvisoria (fino a tutto giugno) e adesso attende solo di firmare il contratto.
Nella battaglia a suon di ricorsi tra le società che si contendevano l'appalto (oltre la De Vizia c'era la Rti che comprende Econord, Gesenu, Marazzato Soluzioni Ambientali e Campidano ambiente), non sono mancati i colpi di scena: è la seconda volta che l'esito del bando da 280 milioni di euro viene ribaltato. La De Vizia, iniziale vincitrice del servizio per sette anni, lo scorso dicembre era stata spodestata da una sentenza dei giudici amministrativi di primo grado che aveva rivoluzionato la classifica dei concorrenti e riportato in testa la Econord (esclusa invece dal Comune per non aver indicato in modo «univoco» i costi di sicurezza aziendale con una loro conseguente indeterminatezza). Ieri invece la decisione della quinta sezione del Consiglio di Stato ha riportato la graduatoria alle origini accogliendo il ricorso presentato per la De Vizia dagli avvocati Giovanni Contu e Matilde Mura.
Se i giudici del Tar nella sentenza avevano spiegato che «l'esclusione» di Econord era «ingiustificata e illegittima, in quanto l'indicazione scorporata degli oneri di sicurezza dal prezzo offerto è stata compiuta», e che «non sussisteva grave incertezza sanzionabile con l'esclusione dalla procedura», per i colleghi romani non è così. Era stata proprio la De Vizia, inizialmente arrivata seconda, a chiedere chiarimenti sulla parte di investimento dedicata alla sicurezza sul lavoro sostenendo che i 500 mila euro indicati dai concorrenti fossero una cifra «indeterminata». In risposta avevano ottenuto una precisazione: nella gara Econord aveva chiarito che quell'importo doveva considerarsi come costo annuale e non per l'intera durata dell'appalto. Una puntualizzazione ammissibile per il Tar ma non per il Consiglio di Stato: «In presenza di una previsione chiara», spiegano i giudici, «un'ammissione alla regolarizzazione costituirebbe una violazione della par condicio fra i concorrenti. La richiesta di regolarizzazione non può essere formulata per permettere l'integrazione di documenti che, in base a previsioni univoche del bando o della lettera di invito, sarebbero dovuti essere prodotti a pena di esclusione».
Pertanto, «la Sezione deve negare la legittimazione di Econord a ricorrere in primo grado» poiché «la mera partecipazione alla gara pubblica non è elemento sufficiente al riconoscimento della legittimazione al ricorso». In altre parole, l'ultimo round l'ha vinto De Vizia e non il gruppo di cui fa parte anche la Campidano Ambiente, il cui amministratore deleogato Francesco Bonfiglio è stato arrestato ieri con altre nove persone per una vicenda riguardante presunte truffe sui rifiuti a Viterbo.
Veronica Nedrini