S i comincia, finalmente. E si comincia con “Aida”. Spetta a una delle opere verdiane più intimiste, e più fraintese (per le attese trionfalistiche che l'accompagnano), aprire stasera alle 20.30 la tormentata stagione operistica e di balletto del Lirico di Cagliari. Un allestimento storico, che appartiene al teatro come “L'Elisir d'amore” e il “Nabucco” che seguiranno. Quando esordì, nel luglio del 2003, la presenza sul podio di Lorin Maazel oscurò tutto il resto. E la regia innovativa di Stephen Medcalf, che ambienta la storia ai tempi della guerra franco-prussiana, piacque e dispiacque, ma non divenne motivo di discussione. Solo sei anni più tardi, nel luglio del 2009, la prima accese gli animi. Lo slittamento temporale caro al regista britannico spiazzò parecchi, la danza dei cannoni che faceva da contrappunto alla Marcia trionfale fece saltare sulla poltrona più di uno spettatore. E sulle pagine dei commenti di questo giornale le lettere indignate dei puristi superarono di gran lunga quelle misurate. Tanto che il sovrintendente Pietrantonio e il direttore artistico Biscardi sentirono il bisogno di sottolineare il loro intento “semplice e chiaro”: «Far sì che - se l'Arte e il Teatro sono lo specchio dei tempi - anche la nostra proposta teatrale rispecchi, almeno in piccola parte, lo sviluppo artistico del mondo di oggi». Libertà di contestazione, insomma, ma non dittatura della tradizione.
Sono trascorsi altri sei anni, e “Aida”, quella ”Aida”, è di nuovo qui, a rappresentare una nuova occasione di confronto. Come già nel 2009, spetta al regista milanese Marco Carniti riprendere la regia di Medcalf (che negli anni ha proposto al Lirico una “Carmen” premiata con l'Abbiati, un “Ratto dal Serraglio” e più di recente una “Norma” napoleonica). Le scene e i costumi (ambientati all'epoca della prima del 1871) sono di Jamie Vartan. Le luci sono di Giuseppe Di Iorio, riprese da Marco Mereu, la coreografia è di Gloria Pomardi. L'Orchestra e il Coro sono diretti da Antonello Allemandi. Il maestro del coro è Gaetano Mastroiaco.
Nel ruolo della protagonista, il soprano greco-tedesco Dimitra Theodossiou. L'abbiamo applaudita tre anni fa, e la riapplaudiremo il prossimo ottobre, nel “Nabucco”. Maria Pia Piscitelli ed Elena Lo Forte si alterneranno con lei nel ruolo del titolo. Anna Maria Chiuri sarà Amneris, (Patrizia Patelmo nel secondo cast), Francesco Anile Radamès (Roberto Iuliano), Riccardo Ferrari (Il Re), Dario Russo (Ramfis). Tre cantanti per Amonasro (Vittorio Vitelli, Alberto Gazale, Giuseppe Altomare), Mauro Secci (Il messaggero), Loredana Rita Megna (La sacerdotessa).
La vicenda si svolge (almeno nel libretto di Antonio Ghislanzoni) nell'antico Egitto. Amneris, figlia del Faraone, è inutilmente innamorata di Radamès che a lei preferisce la (finta) schiava etiope Aida. La guerra fra egiziani ed etiopi porterà Radamès al trionfo ma anche all'involontario tradimento della patria. Amneris ne approfitterà per vendicarsi del suo rifiuto. Salvo poi pentirsene amaramente. Il guerriero, condannato a morte, ritroverà Aida, furtivamente entrata nella tomba, e darà vita, con lei, a uno dei più struggenti finali d'opera. Ad Amneris, pentita (e ignara che Radamès muoia con il suo amore), non resterà che implorare pace per la salma adorata. E chissà, per se stessa.
Un solo intervallo per l'opera, che ha la durata complessiva di due ore e cinquanta. Le repliche: sabato 30 alle 19; domenica 31 e domenica 7 giugno alle 17; mercoledì 3, giovedì 4 (fuori abbonamento), venerdì 5 e martedì 9 alle 20.30. La recita per le scuole, “ridotta” di un'ora circa, sabato 6 alle 11.
Maria Paola Masala