Il Demanio vara l’operazione risparmio: ogni anno nell’isola paga 23 milioni
Decisa la razionalizzazione degli uffici senza «abbandonare il territorio»
CAGLIARI Il verbo imposto da Roma è razionalizzare, la speranza è che non si trasformi in un taglia-e-fuggi dello Stato in Sardegna. Il discorso è semplice, la sintesi scontata: spending review. Come nelle altre regioni, il Governo vuole spendere meno per gli affitti. Da Cagliari a Sassari, oggi paga 23 milioni all’anno: troppi. Ha deciso di risparmiare quasi sei milioni entro il 2019. Da mesi l’operazione è in corso fra accorpamenti, traslochi e studi su come ridisegnare la mappa di ministeri, caserme e uffici pubblici. Con voce sicura, il direttore generale del Demanio nazionale, Roberto Reggi, ha messo le mani avanti e fatto sapere: «Non sarà un arretramento dello Stato nel territorio. Vogliamo solo spendere meno e se ci riusciamo, peazzerare in fretta i costi». Come? «Dobbiamo utilizzare meglio gli immobili che sono già di nostra proprietà». Entro il 30 giugno ogni distaccamento dello Stato in Sardegna dovrà presentare una proposta di razionalizzazione e poi comincerà la riorganizzazione imposta dal Governo per rendere meno pesante il debito pubblico, almeno alla voce spese fisse, mentre sul resto, leggi sprechi, Renzi dovrà lavorare ancora molto. Il conto. Se in Italia per le locazioni passive lo Stato scuce ogni anno 665 milioni, il tre per cento lo paga in Sardegna a privati, società e gruppi immobiliari che con quei soldi pubblici hanno fatto e fanno la loro fortuna. Ha scritto il Governo in uno degli ultimi decreti per raddrizzare i conti, il risparmio nazionale nelle pigioni dovrà essere di quasi un terzo, con un taglio quasi immediato di 251 milioni. La Sardegna dovrà contribuire con cinque milioni e 898mila euro su poco più di 23 milioni previsti in meno. Le tabelle del Demanio confermano che la dieta sarda varrà il 2 per cento dei canoni finora pagati dalle Alpi a La Maddalena. I contratti. È nella città di Cagliari, dove hanno sede gran parte degli uffici nazionali distaccati, che lo Stato paga la cifra più alta: 7 milioni in tutto. Tra i contratti più pesanti quello per i locali dell’Agenzia delle entrate, all’interno della Cittadella finanziaria: 1,4 milioni. Poi sempre nella top ten dei costi ci sono anche la Questura e la sede del ministero del lavoro. A Sassari l’affitto più oneroso è quello per gli uffici della sezione distaccata della Corte d’appello, in via Budapest: 1,2 milioni. Per ora questi maxi costi resteranno ancora sul groppone dello Stato. Non ci sarebbero alternative e neanche trasferimenti possibili. I risparmi. In parte l’Agenzia ha però individuato le 36 “sacche” dove vorrebbe spendere meno. Ad esempio gli uffici dell’Istat a Cagliari, in un villino vicino alla Fiera, saranno trasferiti nel palazzotto di via Lo Frasso dove c’è proprio la sede del Demanio. «Dovremo stringerci un po’ ma ci staremo», è la certezza di chi per forza deve riuscire a tagliare 6 milioni in quattro anni. Sempre in via Lo Frasso traslocherà anche l’Ufficio dighe. Da tempo e grazie al cielo è stato rescisso il contratto per la sontuosa Scala di ferro, in viale Regina Margherita. Con un’operazione molto discutibile, anni fa nell’ex albergo esaltato dallo scrittore inglese D.H. Lawrence (tra le sue opere L’amante di Lady Chatterlay e un memorabile diario di viaggio nell’isola) fu trasferita la Prefettura. Quel contratto disgraziato è durato poco e alla fine la stessa Prefettura ha ritraslocato nell’ex sede di proprietà dello Stato del Tribunale militare, nel frattempo accorpato con il Lazio. Altri risparmi ci sono e ci saranno col trasferimento delle caserme della Guardia di finanza a Sassari e Oristano. In tutto lo Stato vuole risparmiare 3 milioni nel Cagliaritano, 2,8 milioni nelle altre province. Ben vengano i tagli, semmai ci saranno così più i soldi per il welfare. L’importante è che con la scusa del buon padre di famiglia lo Stato non fugga dalla Sardegna come purtroppo continua a fare. (ua)