Sindacato. La Cisl lancia una nuova sfida per lo sviluppo, il lavoro e la crisi industriale
Bacino di carenaggio salvo: venduto a un'impresa livornese
Ottavo congresso: dalla Cisl cagliaritana un check-up dei problemi del territorio.
Lotta continua, su tutti i fronti: crisi industriale, lavoro e sviluppo. La Cisl riparte dal territorio di Cagliari per riorganizzarsi (l'11 marzo nascerà la Cisl del Medio Campidano) e combattere le battaglie prossime venture. L'ultima, quella sul porto canale, è ormai vinta, con tanto di bacino di carenaggio messo in salvo: l'ha acquistato un imprenditore livornese interessato all'azienda e ai 20 lavoratori che erano stati licenziati dal gruppo Moby. Per il resto, il sindacato è convinto che «bocciare un progetto come il Betile solo per motivi politici è sbagliato». Allo stesso tempo «per Tuvixeddu è positivo che qualche impresa abbia firmato la pace con la Regione, accettando aree edificabili alternative». È invece «incomprensibile» il blocco dei lavori del campus universitario.
PORTO CANALE La notizia sul porto canale arriva durante la prima giornata dei lavori dell'8° congresso territoriale dell'Unione sindacale della Cisl della vecchia provincia: in una sala dell'hotel Setar, a Quartu, i 123 delegati che rappresentano i 33 mila iscritti cagliaritani. Nella relazione del segretario generale uscente, Fabrizio Carta (avviato verso la riconferma), si nasconde la novità: «Oggi le cose sono cambiate: il bacino di carenaggio, in passato considerato un'attività da terzo mondo dall'autorità portuale e dallo stesso imprenditore della Moby, per la nuova Authority rappresenta un'attività strategica per il porto, come noi abbiamo sempre sostenuto, nell'assurdità che i sardi non venissero utilizzati neanche nella manutenzione delle navi». Da qui l'auspicio: «Ripartiamo dalla rinascita del porto per sostenere il rilancio dell'occupazione e dello sviluppo - insiste Carta - oggi la Contship ha firmato contratti con diversi operatori, il porto non lavorerà con un solo committente e il traffico ritornerà ai volumi di un anno fa: finalmente una boccata d'ossigeno per la città e la Sardegna».
L'OCCUPAZIONE I dati sul mercato del lavoro della provincia di Cagliari, parlano chiaro: i senza lavoro non calano; per i giovani, specie se laureati, non esistono sbocchi di qualità; tante più persone si scoraggiano e non cercano più lavoro. Secondo la Cisl, che riporta dati Istat, il tasso di disoccupazione è del 9,4 per cento contro il 6,1 nazionale e la percentuale degli occupati è del 53,3 per cento, più bassa della media italiana (58,7). A rimetterci sono soprattutto le donne: solo il 38,7 per cento lavora.
I DELEGATI Marco Angioni, segretario Fsm-Cisl dei metalmeccanici di Cagliari, rappresenta la voce dei territori di Villacidro, San Gavino, Portovesme. «Siamo fortemente preoccupati - dice - la crisi generale si aggiunge a quella già presente in Sardegna, al di là delle eccezioni come Keller e Saras, i cui investimenti sono comunque rallentati: sappiamo quando la crisi è iniziata, ma non quando finirà». È certo che le turbolenze dell'auto si ripercuoteranno anche sulla Bridgestone di Macchiareddu, che produce cordicelle d'acciaio per pneumatici: «Gli impianti si sono già fermati per un mese e proseguiranno l'attività a regime ridotto per altri 3 mesi con una cassintegrazione che coinvolgerà a rotazione tutti i 280 operai - spiega Angioni - noi chiediamo che la politica si faccia carico dei problemi del lavoro che non possono ricadere solo sul sindacato».
VERTENZE Una è quella delle imprese di pulizia. «I lavoratori di queste aziende vivono un forte disagio, a causa degli appalti al massimo ribasso e dei datori di lavoro alla ricerca del proprio guadagno sulle spalle dei lavoratori - denuncia Mercedes Usai, del direttivo della Fisascat-Cisl - gli stipendi slittano, le paghe orarie sono più basse di quelle dei contratti nazionali, si lavora con materiali e attrezzature non a norma». Brutti momenti da Tiscali, crisi infinite anche nel settore dei call center e del commercio.
CARLA RAGGIO
28/02/2009