Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il ricordo di quella domenica di morte e dolore

Fonte: L'Unione Sarda
2 marzo 2009

Due cerimonie in memoria dei morti del bombardamento del 28 febbraio 1943



Il 28 febbraio 1943, nella testa dei cagliaritani di buona memoria, non è un giorno come tutti gli altri. Negli occhi di chi l'ha vissuta e nelle orecchie di chi l'ha sentita raccontare dai più anziani, quella fredda giornata di fine inverno è e rimarrà la domenica della morte e della distruzione, della disperazione e del sangue: la domenica del terzo bombardamento americano sul capoluogo dell'Isola, l'attacco alla città più cruento di tutta la Seconda guerra mondiale.
Ieri, durante la tradizionale commemorazione organizzata dall'Associazione nazionale vittime civili di guerra, tanti cagliaritani hanno ricordato con affetto i parenti, gli amici o i semplici concittadini caduti sotto quelle bombe a stelle e strisce, prima con una messa di suffragio nella chiesa di San Francesco di Paola, in via Roma, poi con una breve cerimonia davanti alla lapide posta nel 2003 nell'androne del Consiglio regionale in occasione del sessantenario. Con preghiere e parole, ricordi e canti, i partecipanti alla cerimonia hanno rievocato il dolore e il lutto che all'ora di pranzo di quel terribile 28 febbraio colpì la città, a cominciare proprio dall'area portuale e dalla via Roma, dove furono sferrati i primi attacchi dei bombardieri di stanza nelle basi del Nord Africa. Bombe che dopo pochi minuti sarebbero arrivate anche lungo la direttrice Monte Urpinu, piazza Garibaldi, Torre di San Pancrazio, Giardini Pubblici e Castello.
I bombardamenti, di una violenza terrificante, dettero ai più la sensazione che il nemico si accanisse per arrivare alla distruzione totale. Molti cercarono di scappare con tutti i mezzi (carri, biciclette o a piedi) in ogni direzione pur di evitare quell'inferno. Un inferno che costò a Cagliari 500 morti e oltre 1.200 feriti.
LORENZO MANUNZA

01/03/2009