Inchiesta. Anche i dati delle sedute consiliari confermano il forte calo della frequenza
Tetto di 116 euro, i consiglieri disertano le circoscrizioni
Nel bimestre novembre-dicembre, presenze in caduta libera: meno 50%, o quasi, per una buona fetta degli ex comitati di quartiere.
Un calo era prevedibile: con il tetto stabilito a fine ottobre 2008 (116 euro al mese per ogni consigliere), tanti avevano pronosticato una rapida disaffezione a sedute consiliari e commissioni infrasettimanali. «A nessuno piace lavorare gratis», aveva detto il presidente della quinta circoscrizione Paolo Truzzu. I numeri lo hanno confermato. Nel bimestre novembre-dicembre, presenze in caduta libera: meno 50%, o quasi, per una buona fetta degli ex comitati di quartiere. Solo la circoscrizione 4 riesce a contenere l'emorragia di consiglieri: meno 24%.
POCHE PRESENZE Da quattro mesi per raggiungere il limite massimo di gettoni incassabili bastano cinque sedute: ogni presenza vale (al lordo delle tasse) 23,24 euro. E pochi, lasciando da parte lo spirito di servizio, scelgono di partecipare alle commissioni dopo aver toccato il tetto di retribuzione. Morale: se prima molti riuscivano a portare a casa ben 22 riunioni mensili, ora si fermano a una decina.
La circoscrizione 5 ha quasi dimezzato le presenze: negli ultimi due mesi del 2007 la dirigenza comunale del Decentramento aveva pagato 582 gettoni ma nello stesso periodo del 2008 si è fermata a 296. Meno 49,2%. A seguire le assemblee degli altri quartieri: quella del centro storico ha numeri simili (- 48,9%), così come la municipalità di Pirri (- 46,6%) e il consiglio di Sant'Avendrace (- 46,4%). Un po' meglio la circoscrizione 3 (-42,1%) e, appunto, l'assemblea che rappresenta i rioni di San Benedetto, Cep, Fonsarda e Genneruxi. Qualcuno è rimasto addirittura a quota zero (Pietro Paolo Cardia, Municipalità di Pirri; Pamela Ollano e Gianluca Catta, circoscrizione 5), ma con giustificazioni varie: dalla malattia per un incidente sul lavoro a viaggi di studio, sino all'esame da avvocato. Ma, a parte i casi-limite, il crollo è generalizzato.
TETTO A 116 EURO E così la spesa da 8-10.000 euro (di media) al mese per le indennità dei 19 consiglieri di ogni parlamentino si riduce alla metà. Prima gli stakanovisti riuscivano ad avere una mensilità di oltre 500 euro, ora il tetto li blocca a 116. Cioè un quarto dell'indennità del presidente, che incassa ogni mese 464 euro, a meno che non abbia un altro reddito da dipendente (in questo caso si scende sotto i 250). La riduzione dei costi è stata imposta dalla legge Finanziaria 2008, ma la circolare che ha attuato la normativa è arrivata dopo dieci mesi. Quindi tanti consiglieri hanno dovuto restituire i compensi in eccesso, presi durante lo scorso anno. In alcuni casi, migliaia di euro.
MICHELE RUFFI
01/03/2009