Festival Dal 4 al 7 giugno a Cagliari
L ' ha detto anche il presidente Mattarella all'inaugurazione del Salone del libro di Torino: «"Leggere non è solo una ricchezza privata, ma un bene comune, ossigeno per le coscienze. La lettura è una porta sul mondo, leggere ha a che fare con la libertà e con la speranza». E poi «i libri rendono più liberi», con sottolineatura della perfetta sovrapposizione, in latino, dei due termini. Contemporaneamente, a Cagliari si salutava, in ventilata conferenza stampa al bastione di Santa Croce, la settima edizione di Leggendo Metropolitano. Tema: “Il vento che aspettiamo”, col maestrale che sembrava un effetto teatrale. Invece era vero. Vero come Saverio Gaeta, direttore artistico del festival di letteratura che dal 4 al 7 giugno abiterà Castello con le tante voci mondiali della letteratura ospitate. Gaeta è vero perché parla col cervello e con la pancia, e questo mix conferisce al suo “LM” il senso di stanare contraddizioni e convulsioni del presente, con un valore aggiunto, quel «ci metto la faccia» che rende la sua faccia e la sua verve simpaticamente credibili.
A dare consistenza a questo festival, sottolineano l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni e al Turismo Barbara Argiolas, non è solo una rosa di nomi che riguardano la letteratura mondiale, Nobel inclusi, ma è la sensazione che davvero questo contenitore di idee attivi processi, catalizzi nuove modalità di pensiero. E crei connessioni col territorio e il turismo, a iniziare dal quartiere che anima per quattro giorni, e non con notti di movida, per finire al coinvolgimento di scuole e università. È da queste che ormai tutto deve partire, e meno male, osserva Gaeta, che il rettore (Maria Del Zompo, prima donna rettore nell'Università di Cagliari, ndr) è persona illuminata che ha aperto le porte dell'ateneo agli illustri ospiti del festival. Che sono tanti e attraenti (vedere il sito leggendometropolitano.it per il programma completo). Si parte giovedì 4 giugno, alle 19, a Santa Croce: il filosofo-caso mediatico Diego Fusaro parla di Gramsci e di come riprenderci il presente. Segue incontro su scuola, società e inclusione, con Franca Bose, Marco Espa, con la sua Associazione ABC, Alessandra Farris. Alle 21 in Piazza Palazzo, al posto delle auto in sosta, le parole (“fra noi leggere”) di Enrique Vila Matas e alle 22,30 quelle di Vinicio Capossela, con le sue Fole. Venerdì 5 il clou è alle 20 in Piazza Palazzo con il Nobel 2004 Aaron Ciechanover, ma prima e dopo, fra facoltà di Architettura e Bastione Santa Croce, tanti appuntamenti. Sabato 6 idem: clou alle 22 in Piazza Palazzo con Hanif Kureishi, a 25 anni dal celeberrimo “Il Budda delle periferie”; prima, dibattiti su forza delle parole, malaffare, e il caso di una donna italiana-israeliana, Angelica Calo Livnè, che col teatro unisce bimbi palestinesi e israeliani. Domenica 7: si va dal tradurre al nipote di Hemingway. Tutte le mattine, dalle 9,30, in programma anche il Book Camp ai Giardini pubblici. Gran finale, il 7 alle 22 in Piazza Palazzo, con Patrick Mcgrath: “FolleMente”.
Raffaella Venturi