Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il fanatismo islamico ha solide radici in Occidente

Fonte: L'Unione Sarda
18 maggio 2015


Festival della Filosofia Franco Cardini, storico, ha ha parlato del radicalismo religioso

 

 


« È una piccola inconsapevolezza». Di quelle buone a tenere a bada il popolo, mentre chi lo governa fa e disfa a proprio vantaggio. «Le persone sono convinte che il fondamentalismo islamico sia un mostro generato dalla testa malata di fanatici musulmani. In realtà, è una pianta che noi europei e occidentali abbiamo innaffiata e coltivata per anni. Per questo non lo combatteremo mai. Ci serve».
E ha radici lontane, dichiara lo storico Franco Cardini, nella terza e ultima giornata del Festival di Filosofia di Cagliari. In un dialogo con la filosofa Roberta De Monticelli - curatrice della manifestazione, dedicata al tema del male, assieme allo storico della filosofia dell'Ateneo di Cagliari Pier Luigi Lecis e al Teatro di Sardegna - ha spiegato le ragioni per cui il nemico numero uno dell'Occidente è un'invenzione occidentale. Come anche ha spiegato nel suo libro, appena pubblicato per Laterza, “L'ipocrisia dell'Occidente”, intorno a cui si è sviluppato l'incontro, il radicalismo religioso musulmano è stato istigato dalle «scelte infami dei vincitori della prima guerra mondiale allorché ingannarono il mondo arabo, al quale avevano promesso unità e libertà, e invece se lo spartirono. Il patto di Versailles ha creato le basi per la sciagura nella quale ci troviamo oggi». Abbiamo continuato a coltivarlo, secondo il medievalista toscano, saggista e conoscitore della civiltà islamica, ogni volta che abbiamo appoggiato i gruppi fondamentalisti a vantaggio degli interessi occidentali. Per esempio, «quando gli Stati Uniti d'America si sono rivolti al re dell'Arabia Saudita per combattere l'Armata Rossa che aveva invaso l'Afghanistan». Abbiamo sostenuto dittatori finché, enfatizza Cardini, ci sono stati utili, come Gheddafi, che è diventato un «pericoloso tiranno sanguinario» solo quando «si è messo in testa di fare una banca interafricana senza l'appoggio della finanza internazionale».
Facciamo finta di ignorare, insiste che «lo jihadismo, sia di al-Qaeda sia quello, rivale e concorrente, dell'Islamic State (IS) del Califfo Abu Bakr Al-Baghdadi, è sostenuto da alcuni emirati della penisola arabica che sono tra i nostri più sicuri alleati e partner finanziari e commerciali». E ancora, dimentichiamo la sistematica spoliazione delle risorse, in particolare del continente africano, «messo in atto dalle nostre lobby con l'appoggio dei governi nostri e locali provocando la reazione disperata di persone che hanno finito per accedere ai ranghi di organizzazioni fanatiche come il Boko Haram».
La grande ipocrisia dell'Occidente è far finta di non sapere tutto questo.
«È l'ipocrisia di chi governa che diviene inconsapevolezza nei governati, i quali credono all'esistenza di uno scontro tra civiltà, di due culture separate e distinte. Al contrario, sostiene lo storico, la cultura è capacità di rimettersi continuamente in discussione. Per questo, non vi è identità che non sia imperfetta e dotata di una sua dinamica interna, non vi è una tradizione che non debba qualcosa nella sua genesi alle tradizioni altrui».
Franca Rita Porcu