professioni tecniche contro il Comune
«Servizio inadeguato per chi lavora nel settore»
Altro che accelerata e snellimento della burocrazia con la riorganizzazione. L'edilizia privata del Comune è «un incubo» e «se possibile, la situazione è anche peggiorata». La denuncia arriva dalla “Rete delle professioni tecniche”, organismo che raccoglie tutti i professionisti del settore, dagli ingegneri agli architetti. È una lunga lettera quella scritta nei giorni scorsi dal presidente, Vittorio Aresu: descrive un settore paralizzato dalla burocrazia. Da quegli uffici dell'assessorato all'Urbanistica passano tutti i documenti che riguardano l'edilizia in città: dalle richieste di autorizzazioni per una finestra a quelle per la costruzione di nuovi palazzi. E il quadro descritto è «da incubo. Lo stato delle cose, ad oggi, non appare ancora migliorare significativamente e alcune delle recenti riorganizzazioni del servizio hanno reso ancora più difficile la situazione».
LA SITUAZIONE Le pratiche sono migliaia e la difficoltà degli uffici nel rispondere alle esigenze dei cagliaritani, e dei professionisti che li assistono, fanno parte delle cronache degli ultimi anni, con pratiche di condono incagliate da 25 anni. Durante la campagna elettorale del 2011 «gli ordini e collegi professionali», si legge, «hanno ottenuto dal candidato Massimo Zedda la sottoscrizione di un documento in cui si impegnava a porre rimedio alle disfunzioni del servizio e a coinvolgere nel processo di revisione la Rete delle professioni».
LA LETTERA Il sindaco è tra i destinatari della missiva, datata 28 aprile, assieme al direttore generale Cristina Mancini, all'assessore all'Urbanistica Paolo Frau e il dirigente Riccardo Castrignano. E quello che si legge, neanche tanto tra le righe, sembra un'accusa per una promessa non mantenuta in un settore che riguarda «decine di migliaia di cagliaritani coinvolti nel settore». «Siamo qui, ancora una volta, a denunciare lo stato di disservizio dell'ufficio», scrive Aresu, «per mettere in evidenza non solo criticità di natura generale ma anche numerose questioni tecniche di dettaglio che nella pratica rendono inutilmente complesso e improduttivo il rapporto tra amministrazione e professionista».
LE ACCUSE Si passa poi alle denunce specifiche: «I tempi di risposta dell'ufficio sono assolutamente inadeguati, con attese superiori ad un anno per semplici autorizzazioni o concessioni edilizie». Capita spesso, sostengono i professionisti, che ci si trovi davanti «alla richiesta di documentazione non necessaria e immotivata rispetto allo svolgimento dell'istruttoria», oppure per ottenere «copia di documentazione già presente negli uffici». Spesso, stando alla lettera, capita che le richieste degli stessi documenti siano state reiterate, «solo per allungare i tempi di risposta». Critiche arrivano anche sul front office che avrebbe dovuto accelerare le procedure: «Non è spesso in grado di dare risposte certe ai quesiti, soprattutto a quelli più complessi e i “non so” e i “provi a fare così” sono purtroppo risposte frequenti che si ottengono». La Rete, che chiede il potenziamento dell'Osservatorio edilizia privata comunale, lancia anche un appello: ai approvi con urgenza il piano particolareggiato del centro storico.
Enrico Fresu