TRIBUNALE. Iniziato ieri il processo al primo cittadino Massimo Zedda
testimonia sulla nomina della Crivellenti
Il comportamento del sindaco Massimo Zedda nella nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro Lirico, ottobre 2012, «fu imbarazzante». Nonostante egli stesso, presidente del cda della Fondazione, avesse proposto una manifestazione di interesse per trovare la persona giusta (con esperienza nella guida di un simile ente), nella seduta che doveva procedere alla nomina non valutò i profili professionali di chi aveva fatto domanda ma «estrasse dalla giacca un curriculum mai visto prima». Quello della donna che avrebbe assunto l'incarico. «Non sapevamo chi fosse». Seguì «l'annus horribilis del teatro» e iniziò una diatriba che ha portato Zedda in Tribunale. Qui ieri l'ingegnere Gualtiero Cualbu, oppositore nel consiglio d'amministrazione, ha spiegato quale aria si respirasse in Teatro in quei mesi.
Testimonianza resa nella prima udienza del processo che vede il sindaco imputato per un doppio abuso d'ufficio contestato dal pm Giangiacomo Pilia: il primo legato alla nomina di Crivellenti (definita fiduciaria e necessaria per tenere a posto i conti del Lirico), il secondo all'estrosmissione dal cda di Giorgio Baggiani. Decisioni poi ritenute illegittime dal Tar nell'autunno 2013. Per la manifestazione di interesse erano arrivate 44 proposte: Zedda, indicando l'ex addetta alla biglietteria, secondo la Procura aveva «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla manager barese che non aveva «partecipato al bando» né «presentato un curriculum nei termini indicati».
Ieri hanno testimoniato gli ex del cda Cualbu e Antonello Arru. Quest'ultimo, in carica fino al 2013, ha ricordato che per Zedda «i profili dei candidati, pur meritevoli, non rispondevano alle caratteristiche che doveva avere il sovrintendente in quel momento. E propose Crivellenti».
La maggioranza del cda «era favorevole» ma «Felicetto Contu e Cualbu» manifestarono «preplessità perché quel nome non era nella lista». Dopo uno scambio di valutazioni, nella seduta del primo ottobre «si raggiunse l'unanimità». Cualbu durante le indagini ha sostenuto che allora (il primo ottobre 2012) non era stata deliberata la nomina. Secondo Arru invece «era palese che tutti fossero convinti di aver votato per il sovrintendente». Non si spiegherebbe altrimenti perché nell'incontro successivo, il 15 ottobre, quando Cualbu riteneva si dovesse dare l'incarico, proprio quest'ultimo «riferì di essere andato da un legale e che si poteva annullare tutto in autotutela». Quindi, «la nomina era avvenuta». Quel giorno quattro del cda (anche Oscar Serci e Maurizio Porcelli) andarono via in polemica per le «5 differenti bozze dei verbali del primo ottobre» consegnate loro.
Ma proprio Cualbu ha ricostruito una vicenda diversa, delineando ai giudici un quadro gestionale «inadeguato» e definendo «imbarazzanti» i comportamenti del sindaco che aveva «rallentato» pesantemente i lavori. I curriculum furono messi a disposizione solo a fine settembre, mesi dopo il bando, e poi scartati il primo ottobre quando fu nominata Crivellenti.
«Non la conoscevo», ha spiegato il costruttore, «seppi in seguito che aveva avuto un contratto da pracaria per tre anni alla biglietteria». A fine seduta «feci mettere a verbale il dissenso. Era inadeguata. Su insistenza degli altri membri del cda votai una fiducia al sindaco, non una condivisione della scelta. Fu un pasticcio. Non ci fu possibilità di scegliere: prendere o lasciare». Il Tar dichiarò illegittima quella nomina e l'estromissione dal cda di Giorgio Baggiani (parte civile col legale Maria Rosalia Bizzarro). Però «Zedda chiese una consulenza legale» perché Crivellenti «era in maternità», poi «a nostra insaputa» fece ricorso (ritirato dopo) «spiegando che l'iniziativa era a tutela della sua condizione di imputato». Un «interesse personale nel ricorso, secondo il pm. Prossima udienza il 15 settembre.
Andrea Manunza