Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Recuperato, in parte, l'Anfiteatro, troppi siti restano con i cancelli sprangati Quanti tesori da sc

Fonte: L'Unione Sarda
12 maggio 2015

 

Settantamila persone (almeno) che hanno visitato i “Monumenti aperti”. Settantamila persone che hanno lanciato un messaggio preciso: “Basta con i monumenti chiusi”. Perché la città ha decine di siti che potrebbero rappresentare un'attrazione turistica (ma che sarebbero apprezzati anche dai cagliaritani) e che, invece, per una ragione o per l'altra, restano chiusi. Certo, la situazione è migliorata rispetto al passato. «Adesso, per esempio», interviene l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni, «nel fine settimana è possibile visitare l' Anfiteatro ».
LE RAGIONI Ma non basta, soprattutto a una città che conosce luoghi come l' ex Manifattura tabacchi : il primo lotto di lavori al suo interno sta per essere terminato ma ancora il sito non è fruibile. Come, per ovvie ragioni, non sono visitabili spazi che hanno ancora le stellette (l' Ospedale militare e il Tribunale militare ); se non altro, questa edizione di “Monumenti aperti” ha consentito le visite della Legione dei carabinieri . Cancelli sbarrati anche in alcuni luoghi che appartengono a privati: la Scala di ferro , per esempio.
I LAVORI Poi ci sono casi come l' Ospedale marino , in attesa di una sistemazione o il Padiglione Nervi che appartiene all'Autorità portuale e che rientra nel piano città dei lavori pubblici. Almeno quest'ultimo dovrebbe essere visitabile in tempi brevi. Come potrebbero riaprire presto anche i cancelli della Passeggiata coperta e, terminati i lavori di messa in sicurezza, dell'area di Santa Caterina . C'è poi lo spazio archeologico di vico San Lucifero : lì sarebbe sufficiente decespugliare per renderlo fruibile. E, sempre in zona, diventa frustrante trovare sempre chiusa la chiesa di San Saturnino .
I FONDI Da qualunque parte la si voglia vedere, alla fine, è solo un problema di soldi. «Eppure», riprende Puggioni, «noi abbiamo speso 110 mila euro per spazi, come gli scavi di Sant'Eulalia o l' archivio diocesano che non ci appartengono». Appartengono, come tutti gli altri, ai cagliaritani che, nello scorso fine settimana, hanno lanciato un messaggio chiarissimo.
Marcello Cocco