Il record. Stuntman di Dolianova nel Guinnes dei primati: percorre 371 chilometri in condizioni estreme
Partito alle 5.06 Michele Pilia si ferma solo quando surclassa il record, alle 18.45. Una ricetrasmittente lo tiene in costante contatto con la fidanzata e il suo entourage
Alla fine non si voleva fermare più. Michele Pilia è partito ieri mattina alle 5.09 dai parcheggi dello stadio Sant'Elia ed è arrivato alle 18.45, sempre nella zona parcheggi. 815 minuti sulle due ruote di una berlina blu del 1983: 13 ore e 58 minuti sempre intorno allo stadio per percorrere 371 chilometri. Dall'alba al tramonto per battere il record mondiale di percorrenza sulle due ruote di un auto. Primato che fino a ieri apparteneva a uno svedese, un certo Eric Soderman che nel 1999 viaggiò nelle stesse condizioni per 346 chilometri. «Quello che succede è all'insegna dell'estremo, sempre e comunque: il motore, la pressione dei pneumatici ai limiti dell'esplosione, lo stesso fisico di Michele, sottoposto a uno stress micidiale che certi atleti affrontano solo dopo una dura preparazione». Così a quattro ore dalla partenza, Giorgio Rugiu, il costruttore delle gomme della Bmw 320 blu, «speciali per flessibilità, durezza e aderenza al terreno». Mentre lo stuntman di Dolianova viaggia in seconda da oltre cinque ore, un autobotte ogni tanto lo segue, per bagnare l'asfalto che la macchina su due ruote calpesterà per molte altre ore: «Per evitare che le gomme si scaldino troppo », spiegano gli organizzatori. Michele non ha dormito ieri notte e neanche la notte precedente. «Troppa tensione - rivela la sua fidanzata di sempre, Stella - Invece ora sembra tranquillo, l'ho già sentito molte volte». L'uomo che è entrato nel guinnes dei primati ha una ricetrasmittente che gli consente di comunicare costantemente con la sua “panchina speciale”. L'unica agevolazione che gli è consentita. Per il resto, non può allacciare la cintura di sicurezza perché «ho bisogno di muovermi, altrimenti come faccio col formicolio», spiegava lo stuntman in persona tre giorni fa. Beve quattro volte al massimo in tredici ore, forse arriva a mangiare cinque cioccolatini. «Ci ho parlato poco fa ed è lucidissimo», dice Ernesto Salis, della Extreme Sports, l'associazione che ha organizzato l'evento con Comune e Provincia. È lucido anche quando gli fanno sapere che ha battuto il record: suona e fa gli abbaglianti ma non smette, non gli basta e continua per altri 23 chilometri, quando già fuori è buio e fa molto freddo. Si ferma alle 18.45, dando l'impressione che avrebbe potuto viaggiare ancora a lungo. Lo aspettano i volontari del 118. Prima lo avvolgono in una coperta, poi lo sistemano nella barella: il suo corpo è completamente rigido. Dopo si riprende: è stanco ma ha la forza di festeggiare con amici e appassionati. Intanto due avvocati, Stefano Rossi e Tiziana Carta, certificano il primato per il "Guinness world record". ¦ ROBERTO MURGIA