Via Fara. Le scandalose condizioni dell'area di cui la circoscrizione chiede la bonifica
Senzatetto tra topi e scarafaggi
Una coppia vive in un camion, due ragazzi in una Tempra
Il progetto di recupero prevede la costruzione di un isolato che comprende palazzine da due e tre piani, con due zone di parcheggio.
I topi sono d'annata: abitano lì dagli anni '90, quando in via Fara sono stati buttati giù i palazzi diroccati e nell'area tra via Sant'Efisio e via Santa Margherita è rimasto solo un immenso sterrato. Da qualche mese dividono la zona con tre ragazzi e una donna incinta, che hanno scelto per vivere lo spiazzo-pantano-discarica. Un vecchio camion come tetto, il terreno, fuori, come bagno. Dove un intero rione butta anche i vecchi frigoriferi, lavatrici, copertoni d'auto. Peggio che in periferia.
Situazione conosciuta: la Circoscrizione uno ha deciso all'unanimità di inviare una nota urgente al Comune, per chiedere la bonifica dell'area. Che secondo il piano di recupero urbanistico dovrebbe trasformarsi in un isolato di palazzine a due e tre piani, con parcheggi sotterranei.
«Per ora ospita solo sterpaglie, blatte e, ultimamente, anche dei ragazzi che vivono dentro dei camion abbandonati», racconta il presidente Gianfranco Carboni, che aggiunge: «non è la prima volta che chiediamo un intervento».
In via Fara, nel frattempo, sono cresciuti gli alberi. E lo sterrato è diventato la casa dei senzatetto: «C'è un problema igienico e sanitario, oltre che umano: ho segnalato la tutto ai servizi sociali».
Una coppia vive dentro un camion arancione: lei è incinta e lui, in mancanza di meglio, le ha dato un tetto sotto il quale dormire. Altri due ragazzi dormono in una vecchia Tempra bianca col motore fuori uso ma buona per diventare un monolocale con vista sui sottani di Stampace. Vasco Cogotti, consigliere della Circoscrizione, spiega il suo punto di vista:« Via Fara è diventata una discarica a cielo aperto, dove i soliti incivili scaricano lavatrici, frigoriferi, reti, materassi e rifiuti di ogni genere». Il peggio arriva con il maltempo: «Quando piove l'acqua trascina terra e detriti, che intasano le caditoie provocando l'allagamento dei palazzi di fronte alla chiesa di Sant'Anna e di via Azuni».
Per questo i residenti chiedono un recupero dell'area. Il progetto di recupero prevede la costruzione di un isolato che comprende palazzine da due e tre piani, con due zone di parcheggio. Uno interrata e l'altra seminterrata. Il progetto è stato presentato anni fa dal consorzio costituito dai proprietari dello sterrato, ma tutto è fermo. In attesa, ecco la proposta per un utilizzo temporaneo: «Aspettando il recupero», spiega Cogotti, «la zona potrebbe essere sfruttata diversamente. Penso a iniziative sportive per ravvivare e coinvolgere tutto il quartiere».
MICHELE RUFFI