Applaudita esibizione al Lirico
Musica per sole voci. A cappella, come ha usato per secoli e secoli sotto le volte di chiese modeste e di grandi cattedrali. L'Hilliard Ensemble, maestro del genere, sa come esplorare quel grande repertorio di canto devozionale, nato nei primi secoli del secondo millennio. Musica diversa dal modo di far musica odierno. Fin nei suoi elementi essenziali. A partire dal timbro delle voci del tenor e contratenor e soprattutto della parte acuta del superius, un tempo affidata a voci bianche, o come nel concerto di martedì al Comunale, ad un adulto che canta "di testa". A Cagliari l'Hilliard Ensemble arriva in forma ridotta, con tre solisti e non i quattro consueti, dopo aver già rimandato l'appuntamento dello scorso gennaio. Obbligato quindi a un cambio di programma, il gruppo britannico accantona le annunciate chansons rinascimentali per risalire indietro sino alle origini della polifonia o a radici ancora più remote. Come alla melodia attribuita a Perotino, maestro nell'XII secolo della schola cantorum nella appena consacrata cattedrale di Notre Dame di Parigi.
Un linguaggio dove gli accenti non conoscono il ritmo misurato, seguono il fluire libero della parola, invitando alla meditazione e al raccoglimento. Musica fuori dal sistema tonale che con le sue armonie regola la musica dei secoli a noi più vicini. Naturalmente ciò non vuol dire che tra le pieghe delle avanguardie del nostro tempo non ci sia chi guardi a questi canti per trovare nuova ispirazione. Come Arvo Part, che trova uno spazio particolare nelle interpretazioni proposte dell'Hilliard Ensemble: un'antologia musicale che si addentra nella musica sacra costruendo un interessante parallelo tra composizioni antiche e contemporanee.
Erano all'incirca gli anni '70 quando si cominciò a guardare con interesse crescente al repertorio antico. Fu in quegli anni che l'Hilliard ensemble venne fondato da Paul Hillier, Paul Elliott e David James. Mentre è nel 1993, con il cd Officium dedicato al canto gregoriano e realizzato con il sassofonista norvegese Jan Garbarek, che il gruppo conobbe la massima notorietà, raggiungendo punte di vendita da musica pop. Indipendentemente dalla popolarità raggiunta, l'Hilliard continua nella sua opera di diffusione della musica antica e di quella musica contemporanea che guarda all'antico per trovare nuove forme di espressività. E nel suo concerto si affida ad atmosfere che invitano ai tempi lunghi della preghiera in musica. Una dimensione di eleganza raffinata. Che l'Hilliard con le sue intonazioni suadenti e levigate porta alla piena resa espressiva ed emotiva, concludendo con un mottetto di Guillaume de Machault.
GRECA PIRAS
26/02/2009