Il Gruppo di Intervento giuridico contro l'ok del Consiglio comunale alla costruzione dei nuovi edifici davanti alla Fiera: "Aumenta il carico edilizio ai danni di quel verde pubblico che doveva esser realizzato"
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Riecco la Bs3*. La sigla che autorizza il cemento negli spazi destinati a verde, in cambio di una piccola quota di verde pubblico donato alla città. Spopolavano le Bs3* nell’era Floris e ora rispuntano sotto Zedda, per nulla spaventate dalle difficoltà del mercato immobiliare, a scatenare il malcontento degli ecologisti.
In arrivo un carico di mattoni e cemento dunque, nel rione di Bonaria, in via Bolzano dove per anni aveva trovato spazio la depositeria comunale delle auto rimosse. In una zona dove pezzo a pezzo, ricorda Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento Giuridico, “tutte le aree destinate a “servizi pubblici” (verde pubblico, ecc.) sono state consegnate alla speculazione immobiliare, fra una centrale Enel di trasformazione dell’energia elettrica dall’alta tensione (150 kv) e palazzoni. Una zona già pesantemente congestionata dal traffico veicolare, davanti alla Fiera”.
E a pochi passi da un costone classificato a rischio, dove, ricorda ancora Deliperi, nel marzo 2006 si era verificata una frana, nonostante le relazioni geotecniche (1995-1996) escludessero qualsiasi pericolo e dove martedì scorso il Consiglio comunale ha approvato il piano attuativo proposto dall’impresa Tepor (già costruttrice di alcuni edifici in zona Santa Gilla) e progettato dall’architetto milanese Dante Oscar Benini: 5 palazzi, 73 appartamenti, 3 mila 600 metri quadrati di parcheggi interrati (a pagamento), 2 mila 400 metri quadrati di verde pubblico e 3 mila 593 metri quadri edificati su 6 mila metri quadrati di superficie complessiva.
Il piano dovrà comunque esser assoggettato a preventiva procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica (Vas) e servirà anche uno studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica. La maggioranza di sinistra ha votato compatta per il sì, per il no Farris e Porcelli, Fi, Piras e Lai, Ncd e Casu, misto. Mentre i consiglieri comunali Lobina (Sardegna Sovrana) e Scano, Pd, hanno “modificato” il progetto portando all’approvazione dell’aula un emendamento che impone per i parcheggi, una collocazione “che non li individui come un ostacolo alla libera fruizione del verde” e che venga “assicurato il mantenimento dell’attuale permeabilità nelle viste del mare che si percepiscono lungo la discesa di via Messina, ed inoltre, nelle viste dell’area destinata a verde attrezzato che rimanga la percezione del costone roccioso retrostante, in quanto elemento morfologico del contesto”.
E se nella propria pagina facebook l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau bolla il piano di via Bolzano come “progetto di qualità, con la massima attenzione all’impatto paesaggistico, alla salvaguardia delle visuali e alla valorizzazione del costone roccioso”, Deliperi invece definisce l’idea “ottusa sotto il profilo ambientale, perché aumenta il carico edilizio ai danni di quel verde pubblico che doveva esser realizzato e
ottusa sotto il profilo imprenditoriale, perché finirà per aumentare gli appartamenti invenduti a Cagliari”.
Cinque mila, secondo gli ecologisti, le abitazioni sfitte, molte delle quali bisognose di ristrutturazioni e risanamento e numerose le iniziative immobiliari, molte delle quali di carattere speculativo, realizzate negli ultimi anni, che non hanno trovato spazio nel mercato. Giudicano positivi i no dell'amministrazione alle lorìttizzazioni di Su Stangioni, Terramaini e Fangario e invitano l’amministrazione a puntare sull’housing sociale, su un politica di incentivi per la ristrutturazione degli immobili e la dotazione ove possibile di impianti di produzione di energia da fonti alternative (pannelli fotovoltaici in particolare), di una politica di miglioramento qualitativo e incremento del verde pubblico, di un efficace accesso ai fondi comunitari per la riqualificazione delle aree urbane".
E propongono un provvedimento consiliare di sospensione temporanea di ogni procedimento di nuova trasformazione edificatoria per l’avvio della redazione dell’adeguamento del Puc. al piano paesaggistico regionale – P.P.R., come previsto dalla norma.